La Knesset israeliana ha approvato in via definitiva una legge che impone il taglio delle forniture di elettricità e acqua agli uffici dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi (UNRWA) a Gerusalemme, con l’entrata in vigore immediata del provvedimento.
La radio dell’esercito israeliano ha riferito che la Knesset ha approvato il disegno di legge in seconda e terza lettura con 59 voti favorevoli e 7 contrari. In base alla legge israeliana, un provvedimento deve superare tre letture in Parlamento per diventare vincolante.
La Knesset aveva inizialmente approvato il testo a novembre, per poi rinviarlo alla Commissione Affari Esteri e Sicurezza per un ulteriore esame prima della seconda e terza lettura.
Durante la votazione, il ministro israeliano dell’Energia e delle Infrastrutture, Eli Cohen, ha tentato di giustificare la decisione sostenendo che l’UNRWA «fornisce un terreno fertile per l’incitamento e la violenza e, pertanto, non ha alcun diritto di continuare a esistere».
L’UNRWA fornisce servizi a oltre 110.000 rifugiati a Gerusalemme. L’agenzia delle Nazioni Unite gestisce due campi profughi, Shuafat e Qalandiya, e amministra strutture come la clinica Indian Corner all’ingresso della Porta di Damasco, oltre a scuole maschili e femminili a Gerusalemme, a Sur Baher e nei campi sopra citati.
La decisione della Knesset di vietare l’attività dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi (UNRWA) costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e delle norme e degli accordi internazionali. Essa contraddice inoltre le risoluzioni dell’Assemblea generale dell’ONU, in particolare la Risoluzione 302, che istituì l’UNRWA nel 1949 in risposta alla crisi dei rifugiati palestinesi.
Tale risoluzione riflette un impegno internazionale su questa questione, maturato dopo il mancato rispetto della Risoluzione 194 del Consiglio di Sicurezza, che garantisce il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi.
