La situazione per la resistenza ucraina a Kharkiv continua a peggiorare, con Volodymyr Zelensky costretto a fronteggiare un’altra giornata di cattive notizie dal fronte e a cancellare il suo tour in Spagna, Portogallo e Belgio a causa degli scontri in corso a nordest.
Nel frattempo, lo zar Vladimir Putin esulta per i successi delle truppe russe e si prepara per il suo viaggio in Cina. “Tutti gli obiettivi che la Russia si è prefissata nel suo intervento in Ucraina si stanno realizzando”, ha dichiarato il presidente russo, sostenendo che le forze russe stanno avanzando costantemente in Ucraina.
Negli ultimi tempi, gli invasori hanno rivendicato il controllo di tre villaggi, di cui due situati nella regione di Kharkiv. L’esercito ucraino ha ammesso di essere stato costretto a ritirarsi in alcune zone vicino a Lukiantsi e nell’insediamento di Vovchansk, con gruppi di fanteria russa che hanno fatto ingresso in città. Tuttavia, Kiev continua a combattere e ha annunciato l’invio di ulteriori rinforzi, mentre si susseguono le evacuazioni di civili: finora sono stati evacuati oltre 8.000 persone dall’inizio di questo nuovo fronte nordorientale.
Ma se ora è il nord a preoccupare maggiormente il governo di Volodymyr Zelensky, non va meglio in altre aree del fronte. A sud, Mosca ha rivendicato la cattura dell’insediamento di Robotyne, luogo simbolico perché parte delle rare conquiste ucraine durante la controffensiva dell’estate 2023. Ma Kiev nega: «Quest’informazione non è vera», ha detto il portavoce militare Dmytro Pletenchuk. «Nonostante i numerosi assalti contro all’insediamento, il nemico non è riuscito in questa direzione. La difesa continua».
Nell’analizzare gli ultimi sviluppi della guerra, gli esperti sono sempre più convinti che a differenza di due anni fa – quando l’obiettivo di Putin era penetrare il più possibile in territorio ucraino – oggi lo zar voglia ottenere successi sul terreno per poter avere una posizione più vantaggiosa in un futuro tavolo di negoziato. Intenzioni sulle quali concordano funzionari occidentali interpellati dai media e che si possono leggere anche tra le pieghe delle dichiarazioni dello stesso presidente russo, per il quale «più efficacemente agiranno le forze armate russe, più presto sarà possibile risolvere pacificamente il conflitto».
Per scongiurare questo scenario, Zelensky ha bisogno di armi e munizioni più che mai, con il fronte sempre più caldo tanto da costringerlo a restare a Kiev dopo aver annunciato ufficialmente visite all’estero per questa settimana. Gli Stati Uniti sono in prima linea per offrire sostegno al presidente ucraino davanti a quella che – ammettono – è una situazione difficile che desta «preoccupazione» anche a Washington.
A Kiev, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato nuovi finanziamenti militari per due miliardi di dollari, dopo aver assicurato che l’America sta «velocizzando» le consegne di «munizioni, veicoli corazzati, missili e difese aeree» come i sistemi Patriot. E per quanto riguarda l’uso che ne farà Kiev, «non abbiamo incoraggiato o consentito attacchi al di fuori dell’Ucraina, ma alla fine è Kiev che deve prendere decisioni da sola su come condurre questa guerra», ha affermato il capo della diplomazia Usa, in quella che è stata interpretata come una prima – seppur velata – apertura di Washington all’uso delle sue armi in territorio russo.
Per Mosca, nessun armamento occidentale potrà salvare «il regime criminale di Zelensky dal collasso», ha assicurato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Ma è chiaro che con l’apertura del nuovo fronte a nord, si sono intensificati anche gli attacchi ucraini oltre il confine: secondo il ministero della Difesa russo, Kiev ha lanciato nella notte un massiccio attacco con droni e missili Atacms su Belgorod, Kursk e Bryansk e anche sulla città portuale di Sebastopoli, nella Crimea occupata. E la difesa aerea russa ha rivendicato di aver abbattuto un Uav anche sulla repubblica russa del Tatarstan, oltre 1.300 chilometri a nord-est del confine con l’Ucraina.