Biden blocca Netanyahu sull'offensiva a Rafah mentre si lavora su ostaggi e tregua a Gaza

Si intensificano gli sforzi della diplomazia internazionale per cercare di raggiungere un accordo tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi e per un cessate il fuoco a Gaza.

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28 Aprile 2024 - 23.54


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Si intensificano gli sforzi della diplomazia internazionale per cercare di raggiungere un accordo tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi e per un cessate il fuoco a Gaza. In serata il presidente Usa, Joe Biden, ha chiamato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un ultimo tentativo di evitare l’offensiva su Rafah e favorire un’intesa che dia tregua alla Striscia, devastata dalla fame e dalla carestia dopo quasi sette mesi di guerra.

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Biden e Netanyahu, si legge in una nota della Casa Bianca a conclusione della telefonata tra i due leader, «hanno esaminato i colloqui in corso per garantire il rilascio degli ostaggi e un immediato cessate il fuoco a Gaza». Biden, si legge ancora, «ha fatto riferimento alla sua dichiarazione con altri 17 leader mondiali chiedendo che Hamas rilasci i suoi cittadini senza indugio per garantire un cessate il fuoco e aiuti alla popolazione di Gaza».

Sul tavolo c’è la proposta di Tel Aviv e Cairo per un cessate il fuoco sulla quale, secondo dichiarazioni di alti funzionari di Hamas, non ci dovrebbero essere «problemi di rilievo», sempre che non sia Israele a porre nuove ostacoli. Hamas ha fatto sapere che risponderà ufficialmente domani alla proposta e, proprio per questo, gli sforzi dei mediatori, Usa compresi, si stanno rafforzando.

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Domani una delegazione del movimento islamista, guidata da Khalil al Hayya, vice del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar, arriverà in Egitto in un clima quindi più positivo forse del passato e, secondo Axios, anche da parte israeliana è la prima volta in quasi sette mesi di guerra che i leader si dicono disponibili a discutere la fine della guerra. Anche se, in serata alcune fonti israeliane hanno di nuovo affievolito le speranze di una tregua. «I preparativi per Rafah continuano» hanno fatto sapere, e, anche con un accordo sugli ostaggi, «Israele non rinuncerà ai suoi obiettivi di guerra».

Il governo israeliano si trova ad affrontare crescenti pressioni interne e internazionali per raggiungere un accordo. Una pressione che sta mettendo sempre più al muro Netanyahu, indebolito anche da uno scontro interno nel Paese.

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