L'Onu accusa Israele per la catastrofe umanitaria a Gaza: "La fame è un crimine di guerra"

 L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha affermato in un'intervista alla Bbc che Israele ha una responsabilità significativa sulla catastrofe umanitaria a Gaza

L'Onu accusa Israele per la catastrofe umanitaria a Gaza: "La fame è un crimine di guerra"
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28 Marzo 2024 - 12.29


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 L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha affermato in un’intervista alla Bbc che Israele ha una responsabilità significativa sulla catastrofe umanitaria a Gaza e che esiste un caso «plausibile» secondo cui Israele stia usando la fame come arma di guerra a Gaza. Turk ha affermato che se l’intento fosse dimostrato, ciò equivarrebbe a un crimine di guerra. 

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 Secondo il commento della Bbc, l’alto funzionario dell’Onu – dopo «mesi di avvertimenti» sul pericolo della fame per centinaia di migliaia di civili palestinesi nella Striscia – presenta nell’intervista «prove statistiche evidenti» del fatto che la catastrofe umanitaria si sta trasformando in una «carestia generata dall’azione umana».

Situazione che nelle parole di Turk aggrava la responsabilità legale delle autorità israeliane di consentire forniture maggiori e adeguate di aiuti umanitari urgenti.

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Turk ha detto di ritenere siano stati raccolti ormai elementi per definire «plausibile» il sospetto che Israele stia usando la fame come «un’arma». Cosa negata dal governo Netanyahu alla stregua d’una «assurdità», ma che, se riconosciuta da un tribunale internazionale rappresenterebbe «un crimine di guerra» certo.

«Tutti i miei colleghi responsabili di organizzazioni umanitarie – ha sottolineato fra l’altro l’Alto Commissario – continuano a dirmi che ci sono ostacoli» sul fronte degli aiuti e «Israele, i fatti parlano da soli, ne è colpevole in misura significativa; capisco che occorre fare i controlli, ma questi non possono richiedere giorni e giorni».

«Le condizioni che ci vengono messe sul tavolo – ha rincarato – sono irragionevoli dinanzi a un’emergenza. Questo (comportamento) pone quindi una questione legittima, pur con tutte le restrizioni del caso, sull’accusa plausibile che la carestia sia, o possa essere, usata come un’arma di guerra».

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