Milei il revisionista nega che durante la dittatura in Argentina ci siano stati 30 mila 'desaparecidos'

In un video il presidente Milei afferma che il numero di 30 mila scomparsi durante la dittatura è «inventato» e lo fa proprio nel Giorno della Memoria, 48 anni dopo l'ultimo colpo di stato nel Paese.

Javier Milei
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24 Marzo 2024 - 23.37


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Un provocatore negazionista e nel cuore amico deila dittatura criminale di Videla e degli altri. Il governo di Javier Milei ha attaccato uno dei capisaldi della storia recente dell’Argentina: il bilancio delle vittime della repressione della giunta militare che governò il Paese tra il 1976 e il 1983. In un video il presidente Milei afferma che il numero di 30 mila scomparsi durante la dittatura è «inventato» e lo fa proprio nel Giorno della Memoria, 48 anni dopo l’ultimo colpo di stato nel Paese.

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La Casa Rosada – sede dell’Esecutivo – ha trasmesso un breve documentario in cui un ex guerrigliero afferma di aver inventato il numero mentre era esiliato in Olanda. Luis Labrama, ex guerrigliero di diverse organizzazioni paramilitari, come Montoneros, ha affermato che «le sparizioni sono state un grosso problema», ma il numero «è stato creato in Olanda». «Siamo andati a trovare la moglie del primo ministro e alcuni deputati per chiedere dei soldi per le Madri di Plaza de Mayo (il luogo in cui i familiari dei scomparsi si riunivano per chiedere notizie dei propri cari, ndr)», afferma Labrana, in quel momento c’erano circa 4.000 persone scomparse che erano troppo poche per poter parlare di genocidio” così fu deciso a tavolino che il numero «giusto» sarebbe stato 30 mila e la cifra fu unanimemente accettata dopo il ritorno della democrazia ed è stata sostenuta da diverse forze politiche e da tutte le organizzazioni per i diritti umani del Paese, comprese le Nonne e le Madri di Plaza de Mayo.

Secondo il racconto di Labrana, diffuso dal governo Milei, questo «ha rafforzato l’odio e ha cominciato a oscurare la verità storia. La cifra di 30mila era falsa. Allora non era considerato un errore, ma lo è stato: è stato un grosso errore perché era una bandiera fatta di menzogne».

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Nell’ambito della Giornata della Memoria, della Verità e della Giustizia, la vicepresidente Victoria Villarruel, una delle principali promotrici del dibattito sul numero delle persone scomparse, ha condiviso un altro video in cui chiede «riparazione per le vittime del terrorismo» e che «i responsabili di questi crimini non rimangano impuniti», ma «le vittime non erano 30 mila».

Le reazioni indignate

Questa è la prima volta che vedo un governo sfidare la narrativa che abbiamo da decenni”, ha detto Matías Reggiardo, 46 anni, uno dei 500 argentini nati in prigionia e sottratti ai suoi genitori dissidenti prima che fossero uccisi dai militari. “È terrificante trovare persone nel governo di Milei che mettono in dubbio le nostre storie.”

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C’è anche il timore che cambiare il modo in cui il paese concepisce la propria dittatura potrebbe far emergere il principale grido di battaglia del paese, “Nunca Más,” a rischio.

“La nostra società si confronta con la questione del suo futuro: se l’era dei diritti umani nella quale abbiamo vissuto per 40 anni stia volgendo al termine oppure no?” ha detto Gastón Chillier, un avvocato per i diritti umani.

“È una tendenza globale,” ha aggiunto, riferendosi ai movimenti lontani che hanno guadagnato slancio con l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e Jair Bolsonaro del Brasile, difensore della dittatura militare del suo paese.

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