Mike Pence volta le spalle a Trump: "Non lo posso appoggiare"

Mike Pence rompe in via definitiva con il suo ex capo. Lo fa platealmente ai microfoni di Fox, spiegando che l'agenda cavalcata dell'ex presidente va contro i «principi conservatori»

Mike Pence volta le spalle a Trump: "Non lo posso appoggiare"
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17 Marzo 2024 - 01.31


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Gira le spalle al golpista che ha rischiato di farlo morire. «Non posso in buona coscienza appoggiare Donald Trump». Mike Pence rompe in via definitiva con il suo ex capo. Lo fa platealmente ai microfoni di Fox, spiegando che l’agenda cavalcata dell’ex presidente va contro i «principi conservatori» seguiti «quando abbiamo governato per quattro anni insieme».

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L’uscita allo scoperto dell’ex vicepresidente conferma le tensioni all’interno del partito repubblicano fra pro e anti Trump e spiana potenzialmente la strada ad altre bocciature eccellenti per il tycoon. Pence infatti gli ha girato le spalle a dispetto del solenne giuramento dei candidati conservatori alla Casa Bianca a sostenere chiunque fra loro avesse conquistato la nomination. Se Ron DeSantis, Tim Scott e Vivek Ramaswamy sono stati di parola e si sono allineati subito con il Trump, Pence ha invece rotto le fila mostrando come i rapporti con il suo ex capo non si siano mai più ripresi dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio.

Il silenzio per ora regna in casa Chris Christie e Nikki Haley: i due aspiranti non si sono infatti ancora pronunciati sul loro sostegno e i loro voti potrebbero essere decisivi per Trump a novembre. L’ex presidente, secondo i sondaggi, ha un vantaggio di 2 punti percentuali su Joe Biden, un margine ridotto che non gli garantisce alcuna sicurezza e che ha bisogno di rafforzare se vuole conquistare il secondo mandato.

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Per poter battere i dem Trump sta corteggiando i grandi finanziatori repubblicani invitandoli a cena a Mar-a-Lago nella speranza che, nei prossimi mesi, stacchino assegni sostanziosi in grado di lanciarlo verso la presidenza. Trump è molto indietro rispetto a Biden per la raccolta di fondi: l’ex presidente ha in cassa 40 milioni, il suo rivale 130. A complicare ulteriormente il quadro per Trump sono poi le elevate spese legali che si trova a sostenere per le varie incriminazioni a suo carico ma anche la sanzione da mezzo miliardo che gli è stata imposta per aver diffamato la scrittrice E. Jean Carroll e il caso degli asset gonfiati delle sue società per spuntare condizioni migliori su finanziamenti e assicurazioni.

Mentre Trump è candidato e a caccia di fondi, il genero Jared Kushner sta lavorando invece alla chiusura di importanti accordi immobiliari in Serbia e Albania. I piani del marito di Ivanka Trump nei Balcani affondano le radici in relazioni costruite quando Trump era presidente e Kushner uno dei suoi consiglieri. In Albania il genero dell’ex presidente sta trattando la costruzione di un albergo di lusso in un’isola, mentre a Belgrado allo studio c’è un hotel di lusso e un museo. Intese destinate ad alimentare nuovamente il dibattito sul potenziale conflitto di interessi di Trump e della sua famiglia. 

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