Il governo francese sta pensando di limitare l’accesso ai social network, come conseguenza delle rivolte e devastazioni dei giorni scorsi seguite alla morte di Nahel, il ragazzo di 17 anni ucciso da un agente di polizia a Nanterre, alle porte di Parigi.
Si parla di «sospendere alcune funzionalità» dei social network in caso di nuove rivolte ma esclude qualsiasi ipotesi di «black-out generalizzato» delle piattaforme internet. In conferenza stampa, il portavoce del governo, Olivier Véran ha evocato possibili «sospensioni di funzionalità. Su alcune piattaforme c’è, ad esempio, la geolocalizzazione che permette ai giovani di ritrovarsi in un determinato luogo, mostrando scene di come appiccare il fuoco».
«Sono appelli all’organizzazione dell’odio nello spazio pubblico e in questo contesto abbiamo l’autorità per sospenderlo». Al termine del consiglio dei ministri a Parigi, Véran ha anche annunciato l’adozione di una circolare ad hoc per consentire ai comuni di ricostruire «senza ritardi» gli edifici pubblici distrutti durante gli scontri degli ultimi giorni.
