Strage dei rifugiati: la Tunisia costruirà più cimiteri per seppellire i tanti corpi restituiti dal mare

Secondo la Mezzaluna Rossa tunisina, sono stati recuperati più di 800 corpi nella sola regione di Sfax e più di 300 sono stati trovati dall'inizio del 2023

Strage dei rifugiati: la Tunisia costruirà più cimiteri per seppellire i tanti corpi restituiti dal mare
Cimiteri in Tunisia
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30 Aprile 2023 - 18.58


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Un dramma che pochi vedono: le autorità tunisine stanno valutando la possibilità di costruire nuovi cimiteri, dal momento che il Paese è a corto di spazio per seppellire le decine di rifugiati che ogni giorno si riversano sulle sue coste.

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Secondo le Nazioni Unite, i primi tre mesi del 2023 sono stati i più letali per le persone che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo centrale dal 2017, con un numero crescente di imbarcazioni che trasportavano richiedenti asilo naufragate in mare.

I corpi, compresi quelli di bambini e donne incinte, vengono spesso ritrovati sulle spiagge della Tunisia, dove vengono raccolti e sepolti.

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L’anno scorso, secondo la Mezzaluna Rossa tunisina, sono stati recuperati più di 800 corpi nella sola regione di Sfax e più di 300 sono stati trovati dall’inizio del 2023. Di conseguenza, i funerali si tengono quasi ogni giorno per ridurre la pressione sugli ospedali, gli obitori locali hanno superato la loro capacità e in molti cimiteri comunali si sta esaurendo lo spazio per seppellire i rifugiati, soprattutto quelli provenienti dall’Africa subsahariana.

“A causa dell’afflusso di un gran numero di vittime, più di 170 corpi hanno superato la capacità di accoglienza del dipartimento di medicina legale dell’ospedale universitario Habib Bourghiba”, si legge in un comunicato del governatorato di Sfax, che ha tenuto una riunione di emergenza con le autorità sanitarie per trovare “soluzioni radicali” al problema. Tra queste, “l’assegnazione rapida di un cimitero per gli immigrati e la fornitura di camion refrigerati per il trasporto dei corpi spesso in decomposizione”.

Da gennaio, più di 35.000 persone, quasi quattro volte di più rispetto al 2022, hanno raggiunto le coste italiane, con un forte aumento nell’ultimo mese delle imbarcazioni di rifugiati che cercano di raggiungere la piccola isola italiana di Lampedusa, uno dei territori più meridionali d’Europa. Secondo i dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), quest’anno circa 20.000 migranti sono partiti dalla Tunisia e circa 15.500 dalla Libia. Tuttavia, più partenze significano anche più morti, con le autorità italiane e maltesi accusate di ritardi nei soccorsi.

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Filippo Furri, ricercatore associato del Mecmi, un gruppo di ricerca che si occupa di esaminare le morti durante le migrazioni, ha dichiarato: “Il sistema tunisino di accoglienza e gestione dei corpi non era preparato per una situazione del genere.

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