Bavaglio e repressione: il direttore della sede dell’ong Memorial a Yekaterinburg, Alexey Mosin, è stato accusato dalle autorità russe di «discredito dell’esercito», un’imputazione introdotta da una nuova legge bavaglio che vieta di fatto di criticare la guerra in Ucraina.
Lo riporta Novaya Gazeta Europa citando la stessa ong per la difesa dei diritti umani Memorial, che l’anno scorso ha ricevuto il Nobel per la Pace ma che le autorità russe hanno ordinato di sciogliere.
La polizia, secondo Memorial, è arrivata la mattina presto nell’abitazione di Mosin e ha portato l’attivista in commissariato, dove sono stati redatti contro di lui due protocolli con l’accusa di «discredito dell’esercito». Poi, la polizia ha portato Mosin nell’archivio del Centro Yeltsin per ritirare dei documenti di Memorial e quindi di nuovo in commissariato. Secondo il Moscow Times, l’attivista è stato rilasciato solo dopo la formalizzazione delle accuse contro di lui.
Tra i materiali del caso sarebbero state incluse delle pubblicazioni del sito web della sede di Yekaterinburg di Memorial, tra cui una dichiarazione di Memorial Internazionale per l’anniversario dell’invasione dell’Ucraina e una per commemorare Boris Nemtsov, un oppositore ucciso otto anni fa a due passi dal Cremlino.
Memorial assicura però che Mosin non cura il sito internet dell’organizzazione e non ha neanche accesso all’amministrazione della pagina web.
