Un solo leader straniero, e per giunta il capo del Kirghizistan, Sadyr Japarov. Questo lo striminzito elenco degli invitati per le celebrazioni in onore del Giorno della Vittoria a Mosca, il prossimo 9 maggio. A pochi giorni, lo scrive Vedomosti, citando una fonte diplomatica e un interlocutore, una fonte vicina all’amministrazione presidenziale. In Russia, il 9 maggio è la festa delle feste, un appuntamento sacro.
Zhaparov è stato invitato in Russia alla fine di marzo dal vice primo ministro, Alexei Overchuk, che sovrintende alle relazioni internazionali del governo, per celebrare il Giorno della Vittoria. “Noi ricordiamo sempre quale contributo il Kirghizistan ha dato a quella vittoria e alla difesa di Mosca”, ha detto Overchuk, annunciando la visita.
Secondo fonti Vedomosti, nell’ambito della visita, che si svolgerà in questi giorni, è prevista non solo la partecipazione alle celebrazioni, ma anche la definizione di alcuni negoziati tra Putin e Zhaparov. Nel 2022, non un solo leader di uno stato straniero era venuto a Mosca per celebrare il Giorno della Vittoria.
Il Cremlino, per giustificare di non aver invitato leader stranieri, ha detto: “Questo non è un anniversario. Questa è la nostra festa, è una festa santa per tutta la Russia, per tutti i russi”.
Parola di Dmitry Peskov, addetto stampa del presidente russo. Inviti all’osso ma anche restrizioni in diverse regioni della Russia. Questo 9 maggio, “per motivi di sicurezza”, è stata abbandonata l’idea di organizzare parate e manifestazioni celebrative. Nella stessa Mosca, e in altre città, la tradizionale parata del “Reggimento Immortale” quest’anno non si terrà.
