Un tribunale turco ha condannato il sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, a due anni e sette mesi di carcere con l’accusa di aver insultato membri del Consiglio elettorale supremo della Turchia. Inoltre il tribunale ha imposto un’interdizione dell’attività politica che potrebbe portare alla rimozione dall’incarico. İmamoğlu è membro del Partito popolare repubblicano di opposizione al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Il processo è fin da subito apparso come un chiaro tentativo di rimuovere l’uomo politico dal suo incarico e bloccargli la strada delle elezioni presidenziali il prossimo anno. “La sentenza di condanna è una sintesi delle attuali condizioni in cui versa la Turchia”, ha commentato İmamoğlu. Almeno 4000 persone si sono radunate sotto il comune di Istanbul per contestare la condanna. Gli avvocati di İmamoğlu, che milita nel partito di opposizione a Erdoğan, presenteranno appello contro la decisione che comprende anche il divieto di partecipare alla vita politica, rimuovendolo dalla carica di sindaco e vietandogli di candidarsi alle prossime elezioni politiche nel giugno 2023. Il ricorso degli avvocati sospende comunque la sentenza che diventerà effettiva soltanto se verrà confermata dalla Corte d’Appello.
I fatti risalgono ad aprile 2019, quando l’ Ysk, cedendo a forti pressioni del governo e del partito Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, decretò l’irregolarità delle elezioni che avevano portato alla vittoria di İmamoğlu a Istanbul a scapito di Binali Yildirim, candidato di Erdoğan. Ysk, oltre ad annullare il risultato che aveva visto prevalere İmamoğlu per circa 19 mila voti, decise di ripetere le elezioni a giugno. Nel secondo round İmamoğlu stravinse con circa un milione di voti di scarto (a Istanbul i votanti sono più di 11 milioni).
Pochi mesi dopo, il 30 novembre 2019, in un meeting dei dirigenti e sindaci dei Paesi del Consiglio d’Europa a Strasburgo, il sindaco di Istanbul parlò dei tentativi della politica, del governo e dei media a quest’ultimo vicini di manipolare il risultato elettorale nella metropoli sul Bosforo.
