Russia-Ucraina, l'Internazionale degli obiettori: le storie di Vitalij e Alexander

Si apre lunedì alla Corte d’Appello di Ivano-Frankivs’k, in Ucraina, il processo all’obiettore di coscienza Vitaliy Alekseinko già condannato ad un anno di carcere perché riconosciuto colpevole di “elusione del servizio militare durante la mobilitazione

Russia-Ucraina, l'Internazionale degli obiettori: le storie di Vitalij e Alexander
Alexander Belik dissidente russo
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11 Dicembre 2022 - 17.33


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L’obiezione di coscienza, il cuore della non violenza. Un cuore che batte sul fronte della guerra in Ucraina. 

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L’Internazionale degli obiettori

Si apre lunedì 12 dicembre alla Corte d’Appello di Ivano-Frankivs’k, in Ucraina, il processo all’obiettore di coscienza Vitaliy Alekseinko già condannato ad un anno di carcere perché riconosciuto colpevole di “elusione del servizio militare durante la mobilitazione”. Nell’udienza si discuterà del suo ricorso con cui ha chiesto di essere rilasciato in libertà vigilata. Sarà presente nell’Aula del Tribunale l’avvocato italiano Nicola Canestrini, su mandato del Movimento Nonviolento che lavora con il Movimento Pacifista Ucraino a difesa degli obiettori.

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L’avvocato Canestrini, che ha incassato il sostegno dell’Associazione nazionale giuristi democratici, dell’Unione Camere Penali Italiane, e dell’Ordine degli Avvocati Ucraini, vigilerà affinché durante il processo vengano rispettati tutti i diritti dell’imputato: “Sono particolarmente orgoglioso del supporto ricevuto dall’Ordine degli Avvocati ucraini che pure in un processo sensibile come quello degli obiettori, supporterà pienamente la missione garantendo così il rispetto dei diritti, anche di chi dissente rispetto le scelte fatte dal Governo nazionale”.

La storia di Vitalliy

Vitaliy è un obiettore evangelico. In seguito all’invasione russa, si è trasferito a Ivano-Frankivsk ed è stato registrato presso il Centro servizi amministrativi come sfollato interno. Da qui è stato indirizzato al Centro territoriale di reclutamento del Ministero della Difesa ucraino che, in base alla mobilitazione generale, ha imposto a Vitaliy di iniziare il servizio militare. Egli ha spiegato che, a causa delle sue convinzioni religiose, non intende imbracciare le armi, e che può solo sottoporsi a un servizio civile alternativo non armato, che peraltro aveva già svolto in Uzbekistan nel 1998.

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Il servizio alternativo gli è stato negato e Vitaliy ha affrontato il processo e la condanna. Ora chiede di uscire dal carcere, almeno con la libertà vigilata. Al processo l’avvocato Canestrini, con gli avvocati ucraini della difesa, chiederà il rispetto dei diritti umani, tra i quali è contemplato il diritto all’obiezione di coscienza. 

Il Movimento Nonviolento, insieme ad Un Ponte Per, si è assunto le spese legali per la difesa degli obiettori ucraini.

Il signornò di Alexander

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Nella cornice della Campagna Obiezione alla Guerra il Movimento Nonviolento ospita a  Roma nei giorni 12, 13 e 14 dicembre 2022 Alexander Belik, coordinatore del Movimento degli Obiettori di coscienza russi. 

Il movimento degli obiettori di coscienza russi, già prima dell’invasione dell’Ucraina, aveva organizzato e predisposto gli strumenti necessari a sostenere l’obiezione di coscienza. 

Alexander Belik vive attualmente in Estonia, dove si è rifugiato per la sua opposizione politica e antimilitarista al regime di Putin. È da lì che organizza le molte iniziative del suo Movimento.

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Sono tanti i giovani russi che non vogliono partecipare alla guerra e il Movimento ha dato vita ad una campagna di incontri online per rispondere alle numerose richieste; inoltre sta facendo circolare clandestinamente video contenenti istruzioni per evadere la mobilitazione, e vengono anche utilizzati canali cifrati telegram per consultazioni aperte: l’obiettivo è raggiungere più persone possibili che rifiutano di partecipare a questa guerra.

Alexander Belik dall’Estonia ha potuto svolgere una consultazione online, durata oltre 10 ore, dove si sono uniti man mano più di cinquecento persone interessate all’obiezione di coscienza.

È tanta la pressione sociale e la paura tra i giovani in Russia, e si unisce alla difficoltà di reperire informazioni corrette. L’esperienza di chi ha precedentemente obiettato alla leva obbligatoria, e l’attivismo delle amiche e degli amici della nonviolenza è ora fondamentale per rispondere a questa ondata di terrore di essere inviati al fronte.

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Secondo la legge russa vigente dal primo ottobre la coscrizione si rafforza: tutte le persone tra i 18 e i 27 anni possono essere prelevate e portate al fronte. Il Movimento degli obiettori ha dunque due ordini di problemi da affrontare: la coscrizione e la mobilitazione generale. 

In Russia il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare è riconosciuto in Costituzione dal 1993, seppur mai applicato fino in fondo. Nelle pieghe della legislazione attuale il Movimento degli Obiettori di coscienza russi, già attivo da molti anni – in collegamento internazionale con la War Resisters’ International e L’Ufficio europeo dell’obiezione di coscienza EBCO-BEOC e con il Movimento Nonviolento – sta moltiplicando la sua rete e le iniziative, pubbliche e clandestine, per aiutare centinaia e centinaia di giovani ad evitare la chiamata alle armi. 

Nei giorni della sua presenza a Roma, Belik porterà per la prima volta dal vivo in Italia la testimonianza sulla condizione degli obiettori di coscienza in Russia, sulle iniziative pacifiste dei russi e della conseguente repressione. Inoltre sarà occasione per dare forza alla petizione alle istituzioni nazionali ed europee 

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Con i responsabili del Movimento Nonviolento Belik parteciperà la mattina del 14 dicembre ad una conferenza stampa e alla consegna delle migliaia di firme indirizzate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi raccolte dalla Campagna di Obiezione alla guerra per il riconoscimento dello status internazionale di rifugiati politici per obiettori, disertori e renitenti alla leva di Ucraina, Russia e Bielorussia.

Alexander Belik chiede anche supporto alla sua richiesta di protezione al governo estone che continua a ritardare il suo riconoscimento come rifugiato politico. 

Quel Servizio da sostenere

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Il Convegno “50 anni di obiezione per la pace. Analisi, riflessioni e prospettive sul Servizio Civile” in programma a Roma è organizzato dalla CNESC in collaborazione con il Movimento Nonviolento: si tratta del momento clou delle iniziative programmate quest’anno per i 50 anni dal riconoscimento in Italia del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare e l’avvio del Servizio Civile.

Un programma ambizioso, che ha visto tra gli altri grandi eventi il primo Festival Nazionale del servizio Civile (settembre 2022) e nei mesi successivi tante iniziative promosse dagli Enti aderenti alla Cnesc e preparatorie del Convegno.  A livello territoriale le iniziative per il 50esimo continueranno nel 2023.

“Il Convegno– spiega  la presidente della CNESCLaura Milani –  è uno stimolo per guardare al presente e soprattutto al futuro, per far sì che il servizio civile sia sempre più strumento di inclusione, di promozione dei Diritti Umani e della Pace, oltre che un’esperienza di formazione civica e crescita per i giovani”.

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Il Convegno sarà anche occasione per valorizzare il percorso di questi 50 anni, rileggendolo anche alla luce delle esperienze internazionali ed europee, favorendo momenti di rielaborazione partecipata che portino a rigenerare i fondamenti del servizio civile e a individuarne possibili sviluppi e prospettive.

“La storia dell’obiezione di coscienza – rimarca  il presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana – va dalla testimonianza degli obiettori in carcere, alle lotte per la costruzione e la gestione del servizio civile che, così come si è sviluppato in Italia e come lo conosciamo ancora oggi, è stato una “invenzione” degli obiettori stessi. Il Convegno avrà uno sguardo ampio, che arriverà fino alla realtà attuale degli obiettori russi e ucraini”.

Due passi indietro nel tempo. In occasione della Giornata Internazionale della Pace, il 21 settembre, Connection e.V., International Fellowship of Reconciliation, Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza e War Resisters’ International hanno lanciato una campagna di raccolta firme per i disertori e gli obiettori di coscienza di Russia, Bielorussia e Ucraina.
La campagna #ObjectWarCampaign invita tutti i cittadini di ogni parte del mondo a unirsi allo sforzo internazionale per garantire protezione e asilo agli obiettori di coscienza e ai disertori russi, bielorussi e ucraini coinvolti nell’attuale guerra nella regione. Sono la nostra speranza per rifiutare la guerra e far prevalere la pace!

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Il 6 aprile 2022, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aveva invitato i soldati russi a disertare e aveva promesso loro protezione ai sensi del diritto dei rifugiati. Finora questa promessa non è stata mantenuta.

Nell’ambito della campagna #ObjectWarCampaign, è stata preparata una petizione che tutti possono firmare. La petizione è indirizzata alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e alla Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. La petizione sottolinea la necessità di sostenere il diritto di asilo per gli obiettori di coscienza e i disertori russi, bielorussi e ucraini da parte degli Stati ospitanti. La petizione, lanciata sul sito WeMove.eu, può essere firmata in tedescoinglesefranceseitaliano e greco.

Si stima che siano 100.000 i militari russi arruolati e disertori che rifiutano la guerra di aggressione. Si stima che 22.000 militari bielorussi abbiano lasciato il loro Paese perché non vogliono partecipare alla guerra in Ucraina. Tutti coloro che hanno rifiutato l’arruolamento rischiano di essere perseguiti per diversi anni a causa della loro posizione contro la guerra. La loro speranza è quella di trovare protezione presso vari Paesi.

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L’Ucraina ha sospeso il diritto all’obiezione di coscienza e ha chiuso le frontiere per gli uomini tra i 18 e i 60 anni. Oltre 100.000 uomini  si sono sottratti al coinvolgimento nella guerra in Ucraina e sono fuggiti all’estero. Attualmente i cittadini ucraini possono avere una residenza temporanea nell’Unione Europea. La petizione #ObjectWarCampaign chiede che il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare sia pienamente garantito in Ucraina.

Le firme della petizione sono un segno fondamentale di sostegno agli obiettori di coscienza e ai disertori. Questa campagna sottolinea l’importanza di aprire le frontiere a coloro che si oppongono alla guerra con grande rischio personale nei propri Paesi e invita tutti in tutto il mondo a sostenere coloro che si rifiutano di combattere e uccidere.

Porta la data del 2 ottobre, Giornata della nonviolenza, la lettera indirizzata dal Mir (Movimento internazionale della riconciliazione) al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio dei ministri per chiedere al governo italiano di «sostenere gli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini che lasciano i loro Paesi, per non dover partecipare militarmente all’orribile guerra che devasta l’Ucraina».

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Un appello che prende le mosse dalla constatazione che «mentre la guerra continua in Ucraina senza prospettive di soluzione e senza autentiche volontà di pace da parte dei governanti, molti russi e ucraini chiamati a combattere disobbediscono, manifestano il diritto all’obiezione di coscienza e disertano».  Ma, evidenziano dal Mir, «i governi di Russia e Ucraina non rispettano il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare» e per questo motivo «migliaia di obiettori che si rifiutano di usare le armi e di uccidere i propri simili, sono arrestati, rischiano gravi condanne e se riescono lasciano i loro Paesi».

Il Mir aderiscee sostiene la Campagna #ObjectWarCampaign con raccolta firme per una petizione da inviare alle autorità europee, a favore dei disertori e obiettori di coscienza di Russia, Bielorussia e Ucraina. Il lancio della petizione è stato anticipato da un appello inviato a giugno 2022 al Parlamento europeo e all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – sostenuto da 60 organizzazioni di 20 Paesi – in cui si spiega la necessità di «sostenere e proteggere i disertori e gli obiettori di coscienza di tutti gli schieramenti, in tempo di guerra come in tempo di pace».

E’ l’Internazionale degli obiettori. Quella che oggi ha sul fronte russo-ucraino la sua trincea più avanzata. Il coraggio di obiettare è più forte del premere un grilletto. La non violenza è la pratica più impegnativa della resistenza popolare. La reale terza via tra militarizzazione e resa. 

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“La nonviolenza non è cosa negativa, come parrebbe dal nome, ma è attenzione e affetto per ogni singolo essere proprio nel suo esser lui e non un altro, per la sua esistenza, libertà, sviluppo. La nonviolenza non può accettare la realtà come si realizza ora, attraverso potenza e violenza e distruzione dei singoli, e perciò non è per la conservazione, ma per la trasformazione; ed è attivissima, interviene in mille modi, facendo come le bestie piccole che si moltiplicano in tanti e tanti figli. Nella società la nonviolenza suscita solidarietà viva e dal basso. Anche verso gli esseri non umani la nonviolenza ha un grande valore, appunto come ampliamento di amore e di collaborazione”.

Aldo Capitini. 

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