Sondaggi politici (e segreti): "I russi sono pessimisti sul futuro del paese"

Si chiamano sondaggi chiusi:  i risultati di queste rilevazioni il più delle volte restano nel massimo riserbo, soprattutto quando il segnale del focus non è positivo per Putin. 

Sondaggi politici (e segreti): "I russi sono pessimisti sul futuro del paese"
Vladimir Putin
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22 Novembre 2022 - 20.52


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I russi sono pessimisti sul futuro del Paese. Questo, in estrema sintesi, il risultato di uno di quei “sondaggi Chiusi” che periodicamente sono ordinati da Putin, ossessionato dai sondaggi.

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 I risultati di questi sondaggi il più delle volte restano nel massimo riserbo, soprattutto quando il segnale del focus non è positivo per Putin. 

L’ultimo sondaggio è stato fatto all’inizio di novembre, puntando su diverse regioni della Russia, anche tra le Repubbliche orientali e quelle del centro. 

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Il focus group chiuso era sull’atteggiamento degli abitanti di queste repubbliche nei confronti della guerra. Meduza, il giornale on line libero realizzato da giornalisti russi costretti a trasferirsi a Riga, hanno avuto informazioni sull’esito del sondaggio da due fonti vicine al Cremlino e che hanno la possibilità di leggere i risultati del sondaggio. Scorrendo i dati dei focus group emerge che i russi “non sono ottimisti sul loro futuro e sul futuro del paese”. 

Questo non vuol dire porsi all’ opposizione o rifiutare completamente l’operazione militare speciale di Putin, perlopiù è “indifferenza, apatia”. I russi non si riconoscono in questa guerra, niente ispira. Sentimenti che non sono soltanto il risultato della controffensiva delle truppe ucraine e al ritiro dell’esercito russo da Kherson. Il Cremlino ritiene che i russi siano “stanchi della guerra in linea di principio”. 

Gli interlocutori di Meduza, vicini al Cremlino, leggendo le risposte, hanno notato che i russi stanno sempre più facendo domande sulle ragioni della guerra. Cosa che preoccupa non poco il Cremlino che ha puntato molto sulla disinformazione e sulla propaganda, “schermando l’opinione pubblica. Compito non facile, considerando che Telegram e altri social riescono a fare breccia nel muro del silenzio. I russi si chiedono e chiedono: “Quali sono le difficoltà di questa operazione? Cosa sta accadendo?”. 

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 Un precedente sondaggio, nell’aprile di quest’anno, i dati avevano detto che molti russi guardavano alla guerra con altri sentimenti ed erano sicuri che si sarebbe vinta. I risultati della ricerca chiusa dell’inizio di novembre sono indirettamente confermati dai risultati di indagini – queste aperte – condotte da “Campo russo”,una società sociologica indipendente. Secondo queste informazioni, solo il 19% degli intervistati si aspetta che nel prossimo futuro le loro vite cambieranno in meglio. Il 29% degli intervistati ritiene che le loro vite cambieranno in peggio, un altro 36% crede che le cose non cambieranno. Inoltre, il 57% degli intervistati ha ammesso che le notizie sulla guerra causano loro stress (alla fine di luglio, solo il 41% degli intervistati aveva parlato di malessere dovuto alla guerra). Nel sondaggio disposto dal Cremlino ai russi sono stati chiesti i “principali punti dolenti” associati alla guerra.

 La risposta: la mobilitazione militare, le difficoltà economiche dovute alle sanzioni, il blocco di Instagram.  Nonostante i risultati non lusinghieri del sondaggio, il Cremlino non crede in proteste contro la guerra su larga scala. “La gente si abitua a tutto”, ha aggiunto uno degli interlocutori vicini all’amministrazione presidenziale. Ma è anche vero – e lo hanno confermato le fonti confidenziali – che la situazione può cambiare se le autorità russe annunciassero una nuova, ancora più ambiziosa fase di mobilitazione. Cosa possibile e che la stessa redazione di Meduza ha ipotizzato, informata da fonti vicine al Cremlino. 

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