Aung San Suu Kyi condannata ad altri 3 anni di carcere dalla giunta militare golpista

Aung San Suu Kyi è stata messa in isolamento in una prigione di Naypyidaw alla fine di giugno. Il suo processo, iniziato più di un anno fa, prosegue in carcere e si svolge a porte chiuse con il divieto per i suoi avvocati di parlare con la stampa.

Aung San Suu Kyi condannata ad altri 3 anni di carcere dalla giunta militare golpista
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2 Settembre 2022 - 09.40


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Aung San Suu Kyi è stata condannata ad altri tre anni di carcere, da un tribunale della giunta militare della Birmania, per frode elettorale nelle elezioni del 2020, vinte dal suo partito con un ampio margine. Suu Kyi era stata precedentemente condannata a 17 anni di reclusione. 

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Il premio Nobel per la pace è stata accusata di una moltitudine di reati dalla giunta al potere dopo il colpo di stato del febbraio 2021 e rischia decenni di carcere alla fine del suo lungo processo che la comunità internazionale ha denunciato come politico.

L’esercito ha giustificato il suo putsch sostenendo di aver scoperto più di 11 milioni di irregolarità durante le elezioni legislative del novembre 2020, vinte a stragrande maggioranza dalla Lega nazionale per la democrazia (Lnd), mentre gli osservatori internazionali affermano che lo scrutinio è stato in gran parte libero ed equo.

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Aung San Suu Kyi è stata messa in isolamento in una prigione di Naypyidaw alla fine di giugno. Il suo processo, iniziato più di un anno fa, prosegue in carcere e si svolge a porte chiuse con il divieto per i suoi avvocati di parlare con la stampa e le organizzazioni internazionali. 

La giunta, che ha assicurato nuove elezioni per l’estate del 2023, ad agosto ha detto di essere pronta ad aprire negoziati con Suu Kyi una volta terminato il suo processo. Secondo una Ong locale, da quando l’esercito ha preso il potere, quasi 2.100 civili sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e più di 15.000 sono stati arrestati. 

La Russia cesserà di fornire petrolio e prodotti petroliferi ai paesi che imporranno un tetto al presso del petrolio russo. Lo ha detto il vice premier russo Alexander Novak, citato dall’agenzia stampa Tass. Secondo Novak, il ‘price cap’ è una “assoluta assurdità” che rischia di “destabilizzare” il mercato petrolifero.

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E’ ”irresponsabile” rinunciare del tutto al gas russo. Ne è convinto il cancelliere tedesco Olaf Scholz che afferma: ”Non credo sia responsabile farlo da soli”. Tuttavia la Germania è preparata a gestire il fatto che la Russia possa chiudere da un momento all’altro i rubinetti del gas, ha precisato. ”Anche se la situazione dovesse farsi davvero difficile, supereremo l’inverno”, ha detto Scholz.

Il colosso russo Gazprom, nel periodo gennaio-agosto, secondo i dati preliminari, ha ridotto la produzione di gas del 14,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a 288,1 miliardi di metri cubi. Le esportazioni di gas verso paesi non Csi negli 8 mesi sono diminuite del 37,4% (di 49,1 miliardi di metri cubi) a 82,2 miliardi di metri cubi. Nello stesso periodo l’esportazione media giornaliera di Gazprom in agosto è aumentata di quasi l’8% rispetto al livello di luglio a 222,6 milioni di metri cubi.

Le esportazioni di gas russo verso la Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia continuano a crescere nell’ambito di un contratto bilaterale a lungo termine tra Gazprom e Cnpc. Le consegne superano regolarmente le quantità giornaliere del contratto, ha detto Gazprom in una nota.

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Per quanto riguarda le forniture di gas verso l’Europa, nei primi 8 mesi dell’anno la domanda globale è diminuita del 73%.

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