Storia di Anton Fedoseev, soldato di Putin per pagarsi un'operazione alla faccia e morto in Ucraina

Anton Fedoseev era , un ragazzo 21enne della regione di Leningrado di una famiglia povera. Aveva scelto di restare nell'esercito perché ossessionato da un difetto fisico

Storia di Anton Fedoseev, soldato di Putin per pagarsi un'operazione alla faccia e morto in Ucraina
Anton Fedoseev
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

2 Giugno 2022 - 16.54


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Ogni guerra ha nel suo corpo martoriato tante piccole storie. Anche questa, ed andiamo a raccontare di Anton, della guerra personale iniziata appena nato.                  

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Ma cominciamo dalla fine. Vicino a Kharkiv nel mese di maggio maggio, un ragazzo 21enne Anton Fedoseev della regione di Leningrado è morto in guerra. Anton era nato con un difetto facciale ed aveva sempre sognato di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica, Per rinascere. Troppi soldi per poterlo fare, per questo allo scoppio della guerra Anton, dopo la leva, aveva firmato un contratto con l’esercito. Non per andare a denazificare l’Ucraina, ma per fare soldi sufficienti a cancellare quei segni che l’avevano tormentato tutta la sua pur breve vita.

 La storia di Anton Fedoseev è raccontata da “Sever.Realii”. Anton era cresciuto in una grande famiglia nel villaggio di Bol’shoy Sabsk, nel distretto di Volosovsky, aveva due fratelli e una sorella. Sua madre ha cresciuto i figli da sola dopo la morte del padre nel 2004. Anton aveva studiato, due anni li aveva trascorsi in un centro dei servizi sociali per bambini con “situazioni di vita difficili”. La vita difficile e stentata aveva spinto all’alcol la mamma. Un bravo ragazzino, era il giudizio degli insegnanti del centro, Anton Fedoseyev, a differenza di altri alunni del centro “era molto responsabile e studiava perfettamente”, mai un gesto violento, anzi quando tra i ragazzi nasceva un conflitto, lui era capace di riportare la pace nel gruppo. 

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Fin dall’infanzia, Anton ha vissuto con quel difetto al viso, colpa di un parto difficile. Al suo villaggio come in tanti altri villaggi della profonda Russia, è difficile vivere, è difficile anche nascere. Morire è più semplice. Può essere l’alcol, può intervenire una guerra. Con quel parto difficile già era tanto essere rimasto vivo, un’operazione urgente l’aveva tenuto in vita ma non gli aveva assicurato un bel viso. Il suo sogno era quello di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica, “in modo che il suo naso diventasse come quello di tutti gli altri”. Impossibile guadagnare tanti soldi in un villaggio dove la moneta più pesante sono le patate da barattare per quel poco che serve a vivere.

Nell’estate del 2020, Anton completa i suoi studi in una scuola tecnica: conducente di trattori, Un giorno riceve una convocazione, gli scrive l’ufficio di reclutamento militare, è la leva. Dopo aver completato il servizio militare, Anton si decide a firmare un contratto, la sua ossessione è quel naso da correggere. Ancora giovane, vorrebbe vivere senza quel “fiore” in viso.

“Per Anton era l’unico modo per fare soldi”, dice Alina, sua sorella. “Bene che gli andasse, avrebbe potuto lavorare in una delle fattorie del villaggio, dove pagano una miseria, a volte proprio non ti pagano”. Per Anton, quella maledetta guerra era l’occasione insperata della vita,   ha firmato anche se tutti in famiglia,  gli stessi amici, avessero provato a dissuaderlo. Certo, Anton avrebbe potuto ancora rifiutare l’Ucraina. Ma lui non era un codardo, del resto, la sua guerra se la portava addosso da più di vent’anni. Guerra su guerra.

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La sorella Alina ricorda l’ultima telefonata di Anton, all’inizio di maggio. L’ha chiamata per parlarle della paga, buona, tanti soldi assieme non li aveva mai visti, avrebbe potuto conservarne un pò ed anche aiutare la mamma, i fratelli.

Anton è morto il 19 maggio, sotto le bombe, nella regione di Kharkiv. Anton è tornato a casa, al villaggio, in una bara di zinco con una finestrella che lasciava libero il suo volto. La guerra gli aveva tolto la vita, lasciato quella maledetta cicatrice per la quale era andato in guerra. Anton dal 25 maggio riposa nel cimitero del villaggio di Bol’shoy Sabsk.

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