Ucraina, l'oligarca Tinkov costretto a vendere le quote della sua banca dopo aver criticato la guerra

Oleg Tinkov, fondatore della banca Tinkoff, ha raccontato al NYT, aveva giudicato "folle" la guerra: "Finché Putin è vivo, dubito che qualcosa cambierà"

Ucraina, l'oligarca Tinkov costretto a vendere le quote della sua banca dopo aver criticato la guerra
Oleg Tinkov
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2 Maggio 2022 - 10.47


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Oleg Tinkov, ex miliardario russo, fondatore della banca Tinkoff, pubblicava un post su Instagram alla fine di aprile, in cui si schierava contro la guerra. Lo faceva consapevole delle conseguenze. Ora, in un’intervista al New York Times, l’ex magnate ha raccontato che immediatamente dopo la pubblicazione del post è stato costretto a vedere le quote della banca che aveva fondato, ad un prezzo molto basso.

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“Non vedo nessun beneficiario di questa folle guerra dove muoiono innocenti e soldati. I generali russi, svegliandosi con i postumi di una sbornia, si sono resi conto che avevano un esercito di m… E come può essere buono l’esercito, se tutto il resto è una m… impantanato com’è nel servilismo e nel nepotismo?” scriveva su Instagram Tinkov il 19 aprile scorso.

“I funzionari del Cremlino sono scioccati dal fatto che non solo loro, ma anche i loro figli, non andranno nel Mediterraneo questa estate. Gli uomini d’affari stanno cercando di salvare ciò che resta delle proprietà. Certo, ci sono idioti che disegnano ‘Z’, ma gli idioti in qualsiasi Paese sono il dieci per cento. Il 90% dei russi invece è contro questa guerra” continuava.

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Tinkov a novembre aveva un patrimonio del valore di più di 9 miliardi di dollari ed era riconosciuto come uno dei pochi magnati del business self-made della Russia: ha infatti costruito la sua fortuna al di fuori del settore delle industrie energetiche e minerarie. Poi la sua propietà è finita nella mani di un miliardario russo. “Non ho potuto discutere il prezzo” ha detto Tinkov al Nyt. “Ero come in ostaggio: dovevo prendere quello che che mi veniva offerto. Non potevo negoziare”.

Tinkov, 54 anni, ha parlato al telefono con il giornale da un luogo che non ha voluto identificare. Ha anche raccontato di aver assunto guardie del corpo dopo che alcuni suoi amici, che avevano contatti nei servizi di sicurezza russi gli avevano detto che avrebbe dovuto temere per la sua vita. Nonostante tutto l’ex miliardario russo ha ribadito al giornale la sua contrarietà alla guerra. “Mi sono reso conto che la Russia, come Paese, non esiste più” ha dichiarato Tinkov. “Credevo che il regime di Putin fosse cattivo. Ma ovviamente non avevo idea che avrebbe assunto una portata così catastrofica” ha continuato. E secondo l’ex magante molti suoi conoscenti nell’élite degli affari sono d’accordo con le sue posizioni, ma hanno paura di esprimerle.

Tinkov, dopo le sue parole contro il regime di Putin, è stato lasciato completamente da solo. Anche la banca da lui fondata nel 2006, Tinkoff, ha negato che gli eventi si siano evoluti così come raccontati dall’ex miliardario e ha affermato in una nota che “non c’erano state minacce di alcun tipo contro la leadership della banca”. La banca insomma ha preso le distanze dal suo fondatore.

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“Oleg non è stato a Mosca per molti anni, non ha partecipato alla vita dell’azienda e non è stato coinvolto in nessuna questione” ha scritto Tinkoff nella nota. Tinkov ha raccontato che anche se non fosse stato costretto dal Cremlino, avrebbe comunque venduto la sua quota. Perché “finché Putin è vivo, dubito che qualcosa cambierà” ha spiegato. “Non credo nel futuro della Russia. Soprattutto, non sono disposto ad associare il mio marchio e il mio nome a un Paese che attacca i suoi vicini senza alcun motivo” ha concluso.

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