Secondo i sondaggi politici del Washington Post, Donal Trump, Jair Bolsonaro e Marine Le Pen non sono stati danneggiati politicamente dal loro sostegno a Vladimir Putin. Malgrado la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica in Occidente condanni l’invasione russa dell’Ucraina, ciò sembra non avere un particolare impatto sul gradimento dei leader populisti di estrema destra, contrariamente a quanto speravano alcuni osservatori.
In Francia, dove si vota in aprile per le presidenziali, la guerra ha cambiato la narrativa della campagna elettorale e rafforzato la popolarità del presidente uscente Emmanuel Macron. La posizione di Marine Le Pen nei sondaggi è però rimasta più o meno invariata, guadagnando anche un punto, dal 17 al 18%. Le foto della stretta di mano con Putin, diffuse all’inizio della campagna, non sembrano averla scalfita.
Più danneggiato appare il suo rivale di estrema destra Eric Zemmour: ha perso 3 punti con l’inizio della guerra, dopo aver detto più volte che Putin non avrebbe mai invaso l’Ucraina. Ma a suo sfavore potrebbero aver giocato altri fattori.
Negli Stati Uniti, Donald Trump si è rifugiato dietro una cortina di ambiguità. Subito dopo l’invasione, l’ex presidente ha lodato il “genio” di Putin, nei giorni successivi ha condannato “l’olocausto” provocato dalla guerra. Il 24 febbraio, giorno dell’attacco, i sondaggi lo davano al 42,9%. Il 15 marzo era lievemente sceso al 41,8%.
Quanto al presidente brasiliano Jair Bolsonaro, la sua visita al Cremlino, poco prima dell’invasione, non sembra aver pesato minimamente. Secondo l’analista Guilherme Casaroes, della Fondazione Getulio Vargas, “la guerra è troppo lontana per i brasiliani e comunque il suo elettore medio non capisce bene la sua posizione in materia”. Anzi la percezione che stia finendo la pandemia lo avvantaggia.
In generale, scrive il Washington Post, l’impressione è che, data l’attuale polarizzazione della politica in occidente, gli elettori non siano pronti a cambiare in breve tempo posizioni fortemente radicate.
Una parte della popolazione rimane rinchiusa nella “stanza dell’eco dei propri convincimenti”. Tanto più che Putin continua ad usare un linguaggio apprezzato dall’estrema destra occidentale, con molti siti che continuano a rilanciare le argomentazioni del Cremlino.
“In termini di pubblica opinione, la gente rimane chiusa nei propri scomparti. Tende a credere alle verità o la disinformazione che si confà alle proprie opinioni”, nota Vera Zakem del Center for Strategic and Internatioanl Studies.
