Il Texas 'trumpiano" vieta l'obbligo del vaccino per i lavoratori

Greg Abbott sfida gli sforzi della Casa Bianca per battere la pandemia e prosegue nella crociata che lo ha portato prima a proibire l'obbligo dell'uso delle mascherine

Il governatore del Texas, Gregg Abbott con Donald Trump
Il governatore del Texas, Gregg Abbott con Donald Trump
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12 Ottobre 2021 - 19.38


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Amici del virus, se fosse dipeso da loro adesso ci sarebbero più varianti del Virus che mensogne dette da Trump: ossia migliaia di miliaia.

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“Nessuno puo’ obbligare i texani a vaccinarsi”. E’ perentorio il messaggio del governatore repubblicano e trumpiano Greg Abbott che, sfidando gli sforzi della Casa Bianca per battere la pandemia, prosegue nella crociata che lo ha portato prima a proibire l’obbligo dell’uso delle mascherine e adesso a vietare a tutti i datori di lavoro di richiedere ai dipendenti la prova di vaccinazione.

Si tratta perà di una crociata che rischia di trasformarsi in una lunga ed estenuante battaglia legale: quella con molte delle grandi aziende presenti nello stato che permettono il rientro in ufficio solo a chi è pienamente vaccinato. Si parla di realtà come Facebook, Google o American Airlines, che hanno gia’ chiarito di non avere alcuna intenzione di cambiare le proprie regole e di fare marcia indietro.

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Il Texas comunque si conferma sempre più laboratorio delle politiche più conservatrici e controcorrente, che si tratti di aborto o di lotta al Covid. E pazienza se nello stato il numero di morti a causa della pandemia sfiora oramai quota 70 mila, in gran parte vittime della variante Delta. Solo in California un bilancio peggiore, in uno stato al contrario del Texas tra i più severi nella lotta al Covid ma con una popolazione ben più vasta.

“Nessuna entità in Texas può costringere un individuo a vaccinarsi contro il Covid – si legge nel decreto varato da Abbott – compresi i dipendenti che si oppongono per motivi personali o religiosi o per ragioni mediche. La scelta di vaccinarsi per i texani deve essere sempre volontaria”. Una linea in rotta di collisione con quella del presidente Joe Biden che al contrario si appresta a varare nuove regole per far sì che i datori di lavoro riaccolgano solo i dipendenti pienamente vaccinati o che si sottopongono ogni settimana al test anti-Covid.

Intanto crolla la fiducia degli americani nella capacità di gestire la pandemia da parte del presidente: secondo un sondaggio di Axios-Ipsos solo il 13% si aspetta un ritorno alla normalità entro sei mesi, una caduta verticale rispetto al 36% di giugno. Inoltre solo il 44% di queste persone dice di fidarsi di Biden, contro il 65% di quattro mesi fa. E la percentuale di coloro che pensano che per tornare alla situazione pre-Covid ci vorrà oltre un anno da giugno è addirittura triplicata dal 9% al 30%.

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Del resto la mappa dei contagi negli Usa, dove quotidianamente si conta ancora una media di 1.800 morti e di 89 mila nuovi casi, è molto variegata e cambia da stato a stato, con appena il 56% della popolazione pienamente vaccinata. E con uno zoccolo duro di no vax che appare incrollabile anche nel momento in cui è partita la corsa per la terza dose, somministrata gia’ a 7,3 milioni di americani. 

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