Smeriglio: "I rapporti tra Fratelli d'Italia e neonazismo non riguardano solo poche mele marce"

L'europarlamentare del Pd: "Ci sono alcuni tratti folcloristici che pure non vanno minimizzati. Anche Goebbels nella sua ricerca dell’esoterismo si circondava anche da profili alquanto folcloristici ma..."

Massimiliano Smeriglio
Massimiliano Smeriglio
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1 Ottobre 2021 - 16.36


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Il “caso Fidanza”, il fascismo che non passa, con le sue insegne nere e con tanto di “lavatrici” riciclanti. Globalist ne discute con Massimiliano Smeriglio, europarlamentare dem, già vice presidente della regione Lazio. 

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Una serie di “lavatrici”, “imprenditori col giro di nero“, il “black”. E poi “un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni, ammiratori di Hitler, ex militari”. È destinata a far discutere l’ultima inchiesta del sito Fanpage.it. Ma anche a creare imbarazzo all’interno di Fratelli d’Italia. Tre anni fa, nel 2019, un giornalista di Fanpage si è finto un uomo d’affari e ha iniziato a frequentare un gruppo di personaggi di estrema destra a Milano. A guidarlo Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero“, già candidato alla Camera da Fdi nel 2018 e condannato a due anni per apologia del fascismo. Incontrando Lavarini il giornalista di Fanpage si imbatte in Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia. E giù esaltazioni di Hitler, antisemitismo a gogò, con lo strascico di minacce e invettive contro gli stranieri “invasori”. Fidanza si è autosospeso…

E’ il minimo che potesse fare. Lui e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. In questa vicenda, tirata fuori meritoriamente da un giornalista di fanpage.it, vi sono elementi oggettivamente molto gravi che emergono al primo impatto. Che riguardano in primo luogo questo mondo del nostalgismo neofascista che porta con sé alcuni tratti folcloristici che pure non vanno minimizzati. Anche Goebbels, per dire, nella sua ricerca dell’esoterismo si circondava anche da profili alquanto folcloristici ma non per questo, come la Storia insegna, meno nefasti. Certamente ci sono tanti aspetti oscuri da chiarire che riguardano questo mondo che si vanta di avere un profilo ideologico per poi giocarselo su un terreno molto “pragmatico”, che è quello degli affari, delle lobby. L’altro aspetto oggettivamente grave almeno per come appare, senza per questo voler fare processi sommari, senza trasformare una inchiesta giornalistica in un’aula di tribunale, è quello di Fidanza che in prima persona discute con i suoi interlocutori di modalità illegali di finanziamento della campagna elettorale. Da qui potremmo poi aprire una discussione su come si dovrebbero finanziare le campagne elettorali, il finanziamento pubblico dei partiti, tutto giusto e opportuno, però il tema rimane. Ad oggi, con le regole d’ingaggio attuali, spiegare all’interlocutore X come si può fare il neo, come si utilizzano le cosiddette “lavatrici”, cioè professionisti che riciclano denaro, mi pare oggettivamente un passaggio grave. Guai a sottovalutare quel legame torbido con questo mondo neofascista, che ha una storia lunga. Anche questo curioso personaggio, il “Barone nero” che denominato così farebbe pensare a una pagliacciata…

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E invece? 

Invece si sta parlando di una persona che è molto, molto dentro agli anni della destra eversiva milanese. Una destra che non è proprio una passeggiata di salute. E’ una destra che ha fatto danni importanti nel corso di decenni. E una storia che inizia con la Repubblica sociale di Salò e si sviluppa nei decenni della “notte” della Repubblica. Ribadisco: non si tratta di dare giudizi sommari o emettere sentenze, c’è la magistratura per questo, ma non ci si può esimere da rimarcare fatti che sono politicamente molto gravi e che vanno assolutamente chiariti.

Su questo aspetto è intervenuta, via Tweet, la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello: “Non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale – ha affermato – per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri e ebrei. Nell’Italia che promulgò le leggi razziste, come le ha definite giustamente Draghi ieri, non ci possono essere ambiguità su questo”.

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Ruth ha assolutamente ragione. Immagino che la difesa di queste persone sarà quella di dire che era una cosa privata, un po’ goliardica. Però non va bene. Non funziona. Perché comunque erano incontri elettorali e quindi di fatto pubblici. Incontri in cui si discuteva di politica, fatti in campagna elettorale, e non del festival di Sanremo. Quello utilizzato è un linguaggio che svela un retro pensiero razzista, antisemita, omofobo, che mette nel mirino persone, come il giornalista di Repubblica Berizzi. Tutto in un clima tra il serio e faceto, e questo saranno gli elementi che porteranno, ma, lo ripeto, non funziona, perché è parte della campagna elettorale, incontri pubblici in cui si dovrebbe spiegare come la si pensa e quali impegni si vogliono prendere per governare Milano. Dopo quello che ho visto e sentito, non mi sembra che sia una classe dirigente appropriata per gestire una grande città come Milano. E poi questo continuo richiamo al cameratismo, al reduscismo, persino al nazismo, su cui questo inquietante personaggio, il “Barone nero” è molto esplicito, pure troppo. Sono tutti elementi che vanno indagati. In primo luogo dalla politica. E sarà importante vedere come reagirà Giorgia Meloni a questo fenomeno che la riguarda, che riguarda Carlo Fidanza che è un autorevole esponente di quel movimento, uno che ha sempre negato di frange di questo tipo. E invece non è così. Sono apparsi anche personaggi come Morelli di Orion che è una rivista neofascista esoterica milanese importante, l’uomo che viene da Terza Posizione e che ha una storia lunga di violenza. Hanno fatto una cosa simile, l’”entrismo”, anche nella Lega, ora lo fanno in Fratelli d’Italia. Anche Fli dovrà spiegare e dire la propria su questo. La giustizia, come si suol dire, farà il suo corso. Intanto questa vicenda interroga la politica e interroga quella forza politica. Mi auguro che il gruppo dirigente di Fratelli d’Italia prenda molto sul serio questa situazione e agisca di conseguenza. Non basterà parlare di “mele marce”. Perché la cosa è molto più radicata e pervasiva. Quel mondo neofascista è un pericolo per il sistema democratico e chi si candida a governare l’Italia non può avere ambiguità di sorta nei rapporti con questi oscuri, ma poi nemmeno tanto oscuri, personaggi. 

 

 

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