Bolsonaro 'legalizza' le menzogne: un decreto per tutelare le fake news
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Bolsonaro 'legalizza' le menzogne: un decreto per tutelare le fake news

Il fascista al potere ha firmato un provvedimento che modifica le regole per la moderazione dei contenuti sui social media e ostacola la lotta alla disinformazione.

Jair Bolsonaro
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7 Settembre 2021 - 18.12


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Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha emesso ieri un decreto che modifica le regole per la moderazione dei contenuti sui social media e potrebbe, secondo i critici, ostacolare la lotta alla disinformazione.
Il decreto, con effetto immediato ma che deve essere ratificato dal Congresso per avere forza di legge, mira a contrastare “la cancellazione arbitraria e ingiustificata di account, profili e contenuti da parte dei fornitori”, spiega la segreteria alla Comunicazione del governo.
Il presidente di estrema destra, che ha già subito la rimozione di contenuti per diffusione di informazioni false sul Covid-19, qualifica come “censura” la sospensione degli account o la cancellazione dei contenuti che le piattaforme hanno applicato nei suoi confronti e a quella di alcuni suoi sostenitori.
Il nuovo provvedimento stabilisce una serie di presupposti per i quali ci debba essere “giusta causa” per rimuovere contenuti o sospendere utenti (per esempio commissione di reati, violenza) e impone nuovi protocolli alle piattaforme per applicare tali sospensioni.
“Questa misura provvisoria limita in modo significativo la possibilità di limitare gli abusi sulle nostre piattaforme”, ha commentato un portavoce di Facebook.
Il Social Network “è in linea con l’espressione di diversi specialisti e avvocati, i quali sostengono che la proposta violi diritti e garanzie costituzionali”.
Alessandro Molon, deputato dell’opposizione, ha assicurato che sta preparando un’azione legale per invalidare il decreto presidenziale.
“Il suo scopo non è proteggere la libertà di espressione. Quello che vuole è impedire che la disinformazione e l’incitamento all’odio che lui e i suoi sostenitori diffondono continuino a essere rimossi dalle piattaforme pubbliche”, ha affermato il parlamentare.

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