Dall'Onu: "Chi vuole abbandonare l'Afghanistan può farlo dal 31/8". Ma Russia e Cina contro la 'safe zone'
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Dall'Onu: "Chi vuole abbandonare l'Afghanistan può farlo dal 31/8". Ma Russia e Cina contro la 'safe zone'

La zona protetta per l'aeroporto di Kabul era stata proposta da Francia e Gran Bretagna. La Farnesina: "Una strategia condivisa a livello multilaterale"

Partenza da Kabul
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31 Agosto 2021 - 11.30


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Ci si auspica che per i civili afghani ci sia una via sicura per scappare dal proprio paese.  

“Tutti quelli che vogliono abbandonare l’Afghanistan possano farlo senza rischiare, in modo sicuro dopo il 31 agosto e il Paese non deve diventare un rifugio per i terroristi”.

E’ il messaggio contenuto nella risoluzione approvata dalle Nazioni Unite e annunciata dal Consiglio di sicurezza.

La risoluzione in cui si chiede la creazione di un corridoio di fuga sicura da Kabul è stata approvata con il voto favorevole di 13 Paesi, nessun contrario e l’astensione di Russia e Cina, che quindi non l’hanno bloccata.

La zona protetta per l’aeroporto di Kabul era stata proposta da Francia e Gran Bretagna per facilitare, sotto la supervisione dell’Onu, le evacuazioni anche dopo il ritiro americano.

Il Ministero degli Esteri italiano ha intanto diffuso una nota in cui ricorda lo “straordinario sforzo congiunto della Farnesina, del Ministero della Difesa e del comparto dell’Intelligence”, grazie al quale “l’Italia ha portato a termine le operazioni di evacuazione per via aerea di più di 5000 cittadini afghani tra i quali coloro che, negli anni, hanno a vario titolo collaborato con la presenza italiana nel Paese”.

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Ora, sottolinea la Farnesina, prende il via “una seconda fase, nella quale dovranno essere studiate possibili soluzioni per poter fornire un passaggio sicuro a quegli afghani che vorranno lasciare il Paese anche dopo il 31 agosto”. Nella nota si ricorda che “l’Italia risulta primo tra i Paesi Ue per numero di evacuati dall’Afghanistan” e si auspica di “adottare una strategia condivisa a livello multilaterale, che coinvolga tutti i principali attori internazionali, a partire dai Paesi confinanti con l’Afghanistan”. 

 

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