Invece di Covid diceva 'virus cinese': i sino-americani fanno causa a Trump

La Chinese Americans Civil Rights Coalition contro il miliardario: "Un atteggiamento estremista e offensivo per tutta la pandemia"

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21 Maggio 2021 - 17.54


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La Chinese Americans Civil Rights Coalition ha fatto causa a Donald Trump per avere definito il Covid 19 “il virus cinese”.
L’associazione per i diritti civili della comunità sino americana nel ricorso afferma che l’ex presidente ha avuto “un atteggiamento estremista e offensivo per tutto la pandemia, non considerando, irresponsabilmente, come questo potesse causare problemi emotivi ai sino americani”.
Un consigliere dell’ex presidente, Jason Miller, ha bollato il ricorso “come folle e stupido, capzioso nella migliore delle ipotesi” esprimendo la convinzione che sarà “subito archiviato se mai arriverà in aula”.
Uno studio dell’università della California ha stabilito che da quando Trump, nel marzo del 2020, ha iniziato ad usare la formula ‘virus cinese’, questa è diventata un hashtag popolare in attacchi alla comunità asiatica. T
Trump ha sempre difeso la sua scelta lessicale dalle accuse di razzismo, dicendo che il virus “viene dalla Cina, voglio essere preciso”.
Sostenendo che l’ex presidente avrebbe dovuto valutare l’impatto delle sue parole, l’associazione chiede un risarcimento di un dollaro per ogni americano di origine asiatica, per un totale di oltre 22 milioni di dollari che l’associazione intende destinare alla realizzazione di un museo della comunità asiatica d’America.
La notizia del ricorso civile della comunità sino americana arriva all’indomani della firma da parte di Joe Biden della legge contro i crimini d’odio nei confronti della comunità asiatica, aumentati nettamente negli Stati Uniti dallo scoppio della pandemia di Covid.

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