Rialzare la natalità in Cina costerebbe un milione di Yuan per ogni nuovo nato
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Rialzare la natalità in Cina costerebbe un milione di Yuan per ogni nuovo nato

La singolare proposta del fondatore del maggior provider di servizi di viaggio in Cina per contrastare la denatalità del Paese

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13 Maggio 2021 - 09.10


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La Cina da molto tempo oramai ha imposto il limite alla natalità alle famiglie, per evitare un’espansione non controllabile della già enorme popolazione. Ma quanto costerebbe innalzare di nuovo la natalità al governo cinese?
Circa Un milione di yuan (128 mila euro) a famiglia per ogni nuovo nato. È la ricerca di un professore universitario, Liang Jianzhang, docente della Scuola di Economia della prestigiosa Università di Pechino per contrastare la denatalità nel Paese più popoloso della Terra, che ieri ha certificato una diminuzione delle nascite nel 2020, per il quarto anno consecutivo, nel settimo censimento nazionale.
Secondo i calcoli dell’economista e co-fondatore del maggiore provider di servizi di viaggio in Cina, Trip.com, riportare il tasso di fecondità della Cina dall’attuale 1,3 a un livello di 2,1 necessario per sostenere la crescita demografica, costerebbe alla Cina il 10% del prodotto interno lordo, che nel 2020 ha sfondato per la prima volta quota centomila miliardi di yuan (oltre 15.408 miliardi di dollari).
Il governo dovrebbe stanziare un milione di yuan per ogni nuovo nato sotto forma di sgravi fiscali, sussidi per la casa, o direttamente in contanti. Destinare alle famiglie una cifra inferiore, è la sua opinione, non incoraggerebbe la coppie ad avere un secondo figlio.
L’obiettivo sarebbe quello di avere dieci milioni di nuovi nati in più ogni anno, e la Cina rientrerebbe della spesa con il contributo che, da adulto, il nuovo nato darà all’economia. La proposta ha fatto discutere gli utenti di Weibo, il social network più popolare in Cina, divisi tra sostenitori e altri più scettici, che si chiedono se un contributo di un milione di yuan possa bastare per crescere un figlio nella Cina di oggi, dove il costo della vita è in costante ascesa.
La Cina deve fare i conti con la diminuzione della popolazione in età lavorativa e il contemporaneo allargamento della fascia di over 60, che per la prima volta ha superato il numero di giovani al di sotto dei 14 anni. 
Il picco della popolazione, potrebbe arrivare già nei prossimi anni: secondo un altro docente di Sociologia dell’Università di Pechino, Lu Jiehua, citato dal tabloid Global Times, potrebbe verificarsi nel 2027, ma altre previsioni lo anticipano già all’anno prossimo, con il rischio di pressioni sul sistema previdenziale, pensionistico e sanitario della seconda economia del pianeta.
Sul piano politico, molti demografi si dicono certi, dopo i dati del censimento, che la Cina, dopo l’eliminazione della legge sul figlio unico nel 2015, deciderà di eliminare anche la politica di pianificazione familiare per contrastare il declino delle nascite, forse già a ottobre di quest’anno, in occasione del sesto plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. 
Il rallentamento delle nascite fa temere che la Cina possa scendere presto sotto i dieci milioni di nuovi nati ogni anno, al minimo di sempre. Nel 2020 sono nati dodici milioni di bambini in Cina – nuovo record negativo dal 1961, quando il Paese era alle prese con le carestie provocate dal Grande Balzo in Avanti – in calo del 22% rispetto ai 14,65 milioni di nuove nascite registrate nel 2019.

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