L'Europa non rinnova il contratto con AstraZeneca
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L'Europa non rinnova il contratto con AstraZeneca

Il contratto in scadenza per giugno, Breton: "Vedremo cosa succederà". Bruxelles ha deciso di scommettere su altri produttori ritenuti più sicuri ed in grado di soddisfare il fabbisogno dei 27 nella seconda parte dell'anno

Von der Leyen
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10 Maggio 2021 - 07.29


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Forte dei contratti siglati con gli altri rappresentanti di Big Pharma dimostratisi più affidabili, l’Europa si sta preparando ad interrompere le forniture di AstraZeneca con la fine del semestre.
Una mossa attesa dopo che Bruxelles aveva avviato un’azione legale per inaffidabilità contro il produttore di vaccini anti-Covid.
Intanto, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha attaccato: “C’è una carenza di vaccini a livello nazionale”, mentre il Lazio ha esaurito le prenotazioni di Pfizer per maggio e la Lombardia da mezzanotte apre alle somministrazioni per gli over 50. 
“Non abbiamo rinnovato l’ordine dopo giugno. Vedremo cosa succederà”, ha detto il commissario al Commercio interno, Thierry Breton.
Breton non ha espresso critiche nei confronti del vaccino, che ha invece definito “molto interessante e molto buono”, soprattutto “per le condizioni logistiche e le temperature” cui può essere conservato.
Ora, ha sottolineato tuttavia il commissario, “abbiamo iniziato con Pfizer a lavorare con la seconda fase e i vaccini di seconda generazione”.
Nel primo trimestre dell’anno AstraZeneca ha consegnato alla Commissione europea un quarto delle dosi pattuite: 30 milioni invece di 120 milioni.
Il vaccino ha poi avuto una storia difficile col blocco delle somministrazioni deciso per alcuni giorni dall’Ema, in seguito rientrato, mentre alcuni Paesi lo hanno definitivamente sospeso.
Bruxelles ha dunque deciso di scommettere su altri produttori ritenuti più sicuri ed in grado di soddisfare il fabbisogno dei 27 nella seconda parte dell’anno.
Anche in Italia, peraltro, l’appeal del siero anglosvedese è quanto mai altalenante.
Nei frigoriferi ne rimangono conservate oltre un milione e mezzo di dosi, mentre ne sono state somministrate il 77% di quelle consegnate. Pfizer si attesta invece al 94% e Moderna al 73%.

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