Alla fine Amazon è costretta ad ammettere: "I nostri autisti fanno pipì nelle bottiglie"
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Alla fine Amazon è costretta ad ammettere: "I nostri autisti fanno pipì nelle bottiglie"

Dopo aver negato le accuse alla fine il colosso della distribuzione chiede scusa e riconosce le critiche

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5 Aprile 2021 - 08.56


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Il caso degli autisti di Amazon costretti a fare la pipì in apposite bottiglie di plastica era ormai già noto tra i lavoratori del colosso americano, ma grazie all’intervento del deputato democratico al Congresso americano, Marc Pocan, la notizia si è diffusa in tutto il Paese ed ha costretto i vertici di Amazon a vuotare il sacco ed ammettere che questa era una pratica molto diffusa tra i lavoratori, soprattutto fra gli autisti dell’azienda di distribuzione.
Il colosso aveva negato per settimane questa accusa, ma ha ammesso alla fine che negare l’evidenza è stato “un autogol”.
Tutto nasce da un tweet di Pocan: “Retribuire i dipendenti con 15 dollari l’ora non vuol dire che si tratti di un posto di lavoro all’avanguardia, soprattutto se li costringi a fare la pipì nelle bottiglie di plastica”, aveva postato il deputato, riferendosi alla cifra a cui in America i democratici vorrebbero portare il salario minimo.
“Sappiamo – ha ammesso Amazon in una nota postata su un blog – che a volte i nostri guidatori possono avere problemi nel trovare la toilette a causa del traffico o a volte perché percorrono strade in zone rurali, e questo specialmente nel periodo della pandemia quando molti bagni pubblici sono stati chiusi”.
Una risposta ben differente dalla prima reazione al tweet di Pocan in cui Amazon aveva ironizzato: “Veramente crede che facciano la pipì nelle bottiglie? Se fosse così nessuno lavorerebbe per noi”.

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