La repressione non si ferma. Ma siccome la Bielorussia sta sotto il cappello di Mosca è difficile pensare a qualche esito diverso.
Sono 245 le persone arrestate dalle forze della sicurezza della Bielorussia durante le nuova manifestazioni che si sono svolte ieri contro il presidente Alexander Lukashenko. E’ quanto emerge dal nuovo bilancio diffuso dall’organizzazione per i diritti umani Viasna, mentre nelle immagini diffuse sui social media si vedono gli agenti della sicurezza usare violenza contro i manifestanti.
La maggior parte degli arresti è stata condotta nella capitale Minsk.
Secondo Viasna, le persone sono state arrestate in modo casuale, ad esempio alla fermata dell’autobus. Ma a finire in manette sono anche stati i giornalisti, come l’inviato dell’emittente tedesca Deutsche Welle, Nicholas Connolly, arrestato per cinque ore.
Il ministero degli Interni bielorusso ha invece negato che ci siano state riunioni di massa e affermato che si è provveduto ad arresti mirati per reati amministrativi.
Nel frattempo la leader dell’opposizione in esilio Svetlana Tijanovskaya ha promosso attraverso Telegram un negoziato con Lukashenko grazie alla mediazione straniera per ”uscire in modo pacifico dalla crisi”.
Tijanovskaya ha affermato che oltre 750mila persone hanno votato a favore di questi negoziati attraverso Internet, ovvero tramite la piattaforma Golos.
Siloviki brutally attacked a cyclist today in Minsk. In Belarus, you can’t just leave home and be sure you will return safely. Belarusians live in this reality for over half a year. pic.twitter.com/SjsNKRTht3
— Sviatlana Tsikhanouskaya (@Tsihanouskaya) March 27, 2021