I co-fondatori BioNTech (marito e moglie): “L’idea del vaccino è nata a colazione”

I coniugi Uğur Şahin e Özlem Türeci in un’intervista al Corriere della sera hanno tracciato il percorso che li ha portati ad inventare il primo vaccino contro il coronavirus. Era il giorno del primo caso in Germania

I coniugi Uğur Şahin e Özlem Türeci
I coniugi Uğur Şahin e Özlem Türeci
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22 Marzo 2021 - 10.18


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I co-fondatori dell’azienda biofarmaceutica BioNTech, Uğur Şahin e Özlem Türeci, marito e moglie, raccontano in un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag e pubblicata dal Corriere della sera il percorso che li ha portati a inventare il primo vaccino contro il coronavirus, nato a colazione e disegnato in 24 ore. Era il 25 gennaio 2020, giorno del primo contagio in Germania.

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Racconta Uğur Şahin:

“Venerdì sera avevo letto un articolo sulla rivista Lancet. Il focolaio di Wuhan era noto da tre settimane. Ho fatto qualche ricerca, e mi sono convinto che l’epidemia non si sarebbe limitata alla Cina. Ne abbiamo discusso a colazione: non avevamo dubbi che il virus sarebbe arrivato in tutto il mondo. Ma sapevamo di essere in possesso di una tecnologia che ci avrebbe permesso di sviluppare un vaccino molto rapidamente. Sapevamo di dover fare qualcosa”. 

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Türeci:

“Sulle riviste mediche avevamo letto della nuova malattia polmonare nella provincia di Hubei. Ugur ha cominciato a pianificare i primi passi per lo sviluppo di un vaccino subito. Abbiamo deciso nel weekend, il team si è messo al lavoro lunedì”.

La coppia di origini turche è pioniera nella ricerca della tecnologia mRna. Los sviluppo del vaccino è stato rapido: “Abbiamo creato 10 candidati in tempo breve, e poi altri 10. Non sapevamo quale era il candidato giusto, perché sapevamo ancora poco del virus […]. Si può dire che il vaccino di oggi è stato disponibile già nel febbraio dell’anno scorso. Ma non era chiaro se funzionava”.

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La consapevolezza di avercela fatta è arrivata più tardi:

“Una domenica di novembre. Avevamo terminato la fase 3 dello studio con più di 40.000 volontari e ci aspettava la valutazione di una commissione indipendente. Ci siamo svegliati presto al mattino, sapevamo che era il giorno della verità. Avevamo creato il vaccino migliore possibile, ma non sapevamo come avrebbe reagito il virus. Eravamo pronti a una valutazione negativa. Alle 8 di sera i colleghi dagli Stati Uniti ci chiamano. Resto in apnea 5 secondi, poi la voce all’altro capo della linea dice: “Il risultato è positivo, con un’efficacia superiore al 90%”. Questo è stato il momento eureka”.

Quanto al futuro, i due scienziati avvertono: “Il virus non sparirà. Vedremo se avremo bisogno di una vaccinazione ogni anno oppure ogni 5 anni”.

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Il focus di BioNTech, passata l’emergenza Covid, resterà la lotta ai tumori. “La nostra idea è quella di usare il sistema immunitario contro il cancro”. Quando tra cent’anni ci guarderemo indietro, sarete ricordati come gli inventori del primo vaccino contro il coronavirus o quelli che più hanno contribuito nella lotta al cancro? È Türeci a parlare: “Noi ci auguriamo il secondo. Il cancro è un male altrettanto grande di una pandemia, anche se non viene percepito così”.

E ancora:

“Siamo oncologi. Sappiamo bene che cosa devono sopportare i pazienti malati di cancro”. Ad oggi BioNTech ha “30 candidati” per farmaci contro il cancro. Il successo ottenuto grazie al vaccino Covid ha fatto lievitare i conti dell’azienda. “Per la prima volta abbiamo vere entrate da reinvestire”. La lotta ai tumori è in cima alle loro priorità.

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