Continuano a manifestare le donne turhche contro la decisione del presidente Recep Tayyip Erdogan di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul.
Dopo le massicce dimostrazioni organizzate a caldo sabato, con migliaia di manifestanti scese in piazza a Istanbul e in altre città, le associazioni femministe annunciano nuovi sit-in a partire da oggi pomeriggio in numerosi quartieri della metropoli sul Bosforo. Altre iniziative sono previste nei prossimi giorni, prima di una nuova manifestazione unitaria sabato a Kadikoy, roccaforte laica sulla sponda asiatica della città.
Oltre ai cortei, le attiviste annunciano l’avvio di una protesta quotidiana alle 21 da balconi e finestre delle case, spesso utilizzata in passato dall’opposizione turca, percuotendo pentole e coperchi per aggirare le limitazioni alle manifestazioni di piazza.
Molte le critiche a livello internazionale alla decisione turca. “Un passo indietro estremamente scoraggiante per il movimento internazionale contro le violenze sulle donne” ha commentato il presidente americano Joe Biden. La Casa Bianca giudica questa scelta “improvvisa e ingiustificata”, mentre “nel mondo assistiamo a un aumento dei casi di violenza domestica, comprese le notizie sull’aumento del femminicidio in Turchia, la prima nazione a firmare la Convenzione”.
“Domani alle 12 saremo davanti all’ambasciata turca di Bruxelles per ribadire con forza che sui diritti delle donne non si fanno passi indietro” annuncia l’europarlamentare del Pd, Pina Picierno. “Dopo anni di repressione del dissenso, di soppressione dei diritti umani, di incarcerazioni di studenti, intellettuali, filantropi e membri delle ong, pensiamo sia arrivato il momento di far sentire la nostra voce con una protesta forte, decisa e chiara davanti all’ambasciata turca. L’Ue deve avere il coraggio di trattare Erdogan per quello che è: un dittatore liberticida e un pericoloso criminale”.