Zaki e Regeni: il buon inizio di Enrico Letta
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Zaki e Regeni: il buon inizio di Enrico Letta

Le affermazioni di condanna non erano scontate. Non era scontato definire l’Egitto di al-Sisi, un paese che ha violato insopportabilmente i diritti e portato alla morte Giulio Regeni. E voler andare fino in fondo.

Enrico Letta
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

14 Marzo 2021 - 13.59


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Non fa sconti ad autocrati e presidenti-carcerieri. Non dimentica Giulio Regeni e dice che il “suo” Pd si batterà perché Patrick Zaki ottenga la cittadinanza italiana.

Non c’è che dire: quello del neo segretario del Partito democratico, Enrico Letta, è un “buon inizio”. Su un tema che sta a cuore a quel mondo solidale con cui Letta intende riallacciare rapporti e condividere battaglie.

“Noi vogliamo che Patrick Zaki diventi cittadino italiano ed europeo. E’ una battaglia che il Pd farà. Riteniamo che questo sia un segnale importante a un paese, l’Egitto che ha violato insopportabilmente i diritti e ha portato alla morte una persona alla quale vogliamo bene, Giulio Regeni. Noi su questo faremo una battaglia e la faremo fino in fondo”. Così all’assemblea nazionale del Pd, riferendosi al ricercatore dell’Università di Bologna arrestato oltre un anno fa in Egitto.

Queste affermazioni non erano scontate. Non era scontato definire l’Egitto di Abdel Fattah al-Sisi, un paese che ha violato insopportabilmente i diritti e portato alla morte Giulio Regeni. E non era scontato sostenere che “noi su questo faremo una battaglia e la faremo fino in fondo”.  

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Quella di Letta è una posizione che non nasce oggi.

“E’ incredibile che la vicenda di  Giulio Regeni sia ancora insoluta”, afferma l’ex presidente del Consiglio , intervistato da Massimo Giannini a Radio Capital. E’ il 13 settembre 2017. “Da parte delle autorità egiziane – sottolinea nell’intervista Letta – c’è un balletto inaccettabile e finora hanno dimostrato solo di volerci prendere in giro. Sulla morte di Regeni non può prevalere la realpolitik. E’ una vicenda – continua – sulla quale dovrebbe essere il Paese intero a dover reagire con fermezza, per dimostrare alle autorità egiziane che l’Italia è un grande paese e non può farsi prendere in giro”.

Ecco, non farsi prendere in giro. Quello che invece è accaduto nei cinque anni seguii al rapimento e al barbaro assassinio del giovane ricercatore friulano. Globalist prende sul serio, molto sul serio, l’impegno assunto dal neo segretario dem. Certo, come si suole dire, alle parole devono seguire i fatti. Tuttavia, in politica le parole pesano, come i silenzi. E quelle utilizzate da Enrico Letta su Giulio Regeni, Patrick Zaki e l’Egitto che fa strame di diritti umani, sono parole importanti. Parole che devono orientare l’azione del governo Draghi. Sospendere la vendita di armamenti all’Egitto. Sarebbe un buon inizio. Titolare della Difesa è un ministro Pd, Lorenzo Guerini, uno dei “grandi” elettori di Letta alla guida dei dem. Ci auguriamo che abbia fatto sue le parole del neo segretario.

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