In Bolivia arrestata l'ex presidente ad interim: partecipò al golpe contro Morales

Jeanine Anez, esponente della destra, è accusata con altri di aver fomentato le rivolte che costrinsero l'ex presidente a lasciare il paese

Jeanine Anez
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13 Marzo 2021 - 09.11


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Dal golpe al ritorno alla legalità e adesso si apre una nuova fase di scontro politico: l’ex presidente ad interim della Bolivia, Jeanine Anez, è stata arrestata questa mattina all’alba nell’ambito dell’inchiesta “per il colpo di stato” che costrinse l’ex presidente Evo Morales a dimettersi e lasciare il Paese nel 2019. E’ quanto ha confermato il ministro del governo boliviano, Eduardo Castillo, dopo che la stessa senatrice della destra aveva denunciato su Twitter il suo arresto come “un abuso ed una persecuzione politica da parte del governo del Mas”.
“Sono accusata di aver partecipato ad un golpe che non è mai avvenuto, prego per la Bolivia e tutti i boliviani”, ha aggiunto Anez che era presidente del Senato al momento della fuga di Morales, accusato di brogli elettorali, e quindi divenne presidente ad interim. 
Il partito di Morales, il Movimento per il Socialismo, ha vinto poi lo scorso ottobre le nuove elezioni, sia presidenziali che politiche. Luis Arce è diventato presidente e Morales è rientrato dall’esilio.
Secondo quanto riportato, Anez è accusata di sedizione, terrorismo e cospirazione. Il ministro della Giustizia, Ivan Lima Magne, ha confermato che l’inchiesta che ha portato all’arresto di Anez coinvolge le sue azioni come “ex senatrice non come ex presidente ad interim”. 
Anche l’ex ministro dell’Energia, Rodrigo Guzmán, è stato arrestato ieri nel nord del Paese, da “tre persone che l’hanno fermato per strada, non si sono identificati e l’hanno fatto salire su un’auto”, secondo quanto raccontato dalla moglie.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche l’ex ministro della Giustizia, Alvaro Coimbra, che è stato già arrestato, e l’ex ministro del governo, e braccio destro di Anez, Arturo Murillo, che è fuggito negli Stati Uniti, e l’ex ministro della Difesa,, Luis Fernando López.
L’accusa è di aver partecipato alla sedizione e cospirazione che ha portato alle rivolte post elettorali, che hanno provocato violenze e vittime, fino alle dimissioni di Morales, con il suo esilio prima in Messico e poi in Argentina. Sono stati spiccati mandati di arresto anche per i comandanti di allora delle forze armate, che ebbero un ruolo cruciale nel determinare le dimissioni del presidente socialista.

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