Israele compra vaccini per la Siria in cambio di una prigioniera. Ma Damasco smentisce

Si parla di milioni di dollari spesi per l'acquisto di vaccini Sputnik V per liberare una giovane donna israeliana. Damasco: "Sono notizie fabbricate per diffamare la Siria"

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20 Febbraio 2021 - 18.00


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Uno scambio tra vaccini e prigionieri in corso tra Israele e la Siria.

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L’accordo ancora da confermare riguarderebbe l’acquisto dei vaccini russi anti covid per la Siria nell’ambito di uno scambio di prigionieri.

A scriverlo è il quotidiano pan arabo basato a Londra Asharq al Awsat, rilanciato dai media israeliani.

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Non è chiaro di quante dosi si tratti, ma il sito Ynetnews cita il blog americano Tikun Olam che parla di milioni di dollari spesi per l’acquisto di vaccini Sputnik V.

Damasco ha smentito ufficialmente. Sono “notizie fabbricate” per “diffamare” la Siria, afferma un comunicato del governo diffuso dall’agenzia di stato Sana.

La vicenda s’inquadra nello scambio di prigionieri organizzato, tramite Mosca, per liberare una giovane donna israeliana che aveva attraversato il confine con la Siria il 2 febbraio dopo essere fuggita da una comunità ultraortodossa.

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Arrestata come spia, la 25enne è potuta tornare ieri in patria. In cambio gli israeliani hanno liberato due pastori siriani che erano sconfinati in Israele e scarcerato un detenuto druso.

L’acquisto dei vaccini farebbe parte di un “accordo segreto” compreso nello scambio di prigionieri.

Il deputato arabo israeliano Ahmad Tibi, che da tempo chiede a Israele di inviare vaccini ai palestinesi, ha subito commentato su Twitter: “Dobbiamo aspettare che una donna ebrea oltrepassi il confine a Gaza perché i palestinesi ricevano i vaccini?”.

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