Usa, Regno Unito, Israele sul podio delle vaccinazioni: guidano la classifica delle somministrazioni
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Usa, Regno Unito, Israele sul podio delle vaccinazioni: guidano la classifica delle somministrazioni

In un’Europa alle prese con i ritardi di Pfizer e Astrazeneca, la Gran Bretagna ha vaccinato 7 milioni di persone, in Israele il 30% della popolazione

Il vaccino della Pfizer
Il vaccino della Pfizer
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28 Gennaio 2021 - 10.40


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In tutta Europa è al momento polemica per i ritardi nell’arrivo dei vaccini.

In Israele, Regno Unito e Gran Bretagna la campagna vaccinale sta andando avanti spedita. 

Il via libera dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) al farmaco AstraZeneca dovrebbe arrivare il 29 gennaio, ma il vaccino della compagnia anglo-svedese è stato già autorizzato in Gran Bretagna e il premier britannico, Boris Johnson, rivendica la “campagna più veloce in Europa”.

Il Regno Unito è stato il primo Paese occidentale ad avviare la campagna di vaccinazioni con il siero Pfizer/BioNTech e attende per la primavera 17 milioni di dosi del siero Moderna. “Il contratto di fornitura con il governo britannico è stato firmato tre mesi prima di quello con la Ue”, ha sottolineato il numero uno di AstraZeneca, Pascal Soriot, replicando alle accuse di Italia e Ue per i ritardi.

“Abbiamo avuto il tempo di prepararci. Oxford era già in stretto contatto con il governo britannico, si sono organizzati per tempo e hanno avuto una partenza lampo”, ha spiegato, assicurando che l’azienda sta lavorando “24 ore su 24, 7 giorni su 7 per risolvere i molti problemi di produzione”.

Nel Regno Unito, quasi 6,9 milioni di persone (oltre il 10% della popolazione) hanno ricevuto la prima dose e circa 470 mila sia la prima che la seconda. Il 75% degli ultra-ottantenni e tre quarti delle Rsa britanniche hanno ricevuto la prima dose, ha precisato il ministro della Salute, Matt Hancock. 

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Le vaccinazioni sono già partite anche per i settantenni e per le persone vulnerabili dal punto di vista clinico.

I vaccini attualmente somministrati sono quello di Pfizer/BioNtech e di Oxford/Astrazeneca mentre quello di Moderna, approvato lo scorso 8 gennaio dall’agenzia del farmaco britannica, arriverà entro la primavera. 

La campagna ha preso il via l’8 dicembre: il Regno Unito è stato il primo Paese al mondo ad aver utilizzato il vaccino Pfizer per una campagna di vaccinazione nazionale. Il 4 gennaio è stata invece somministrata la prima iniezione con il farmaco di AstraZeneca.

Il governo di sua Maestà si è fissato l’obiettivo di aver offerto la vaccinazione entro il 15 febbraio prossimo a tutti gli over 70, a tutte le persone vulnerabili e a tutti gli operatori sanitari e delle Rsa (circa 15 milioni di persone). 

Per l’autunno di quest’anno dovrebbe invece essere stata offerta la vaccinazione a tutti i cittadini.

La campagna in Israele – Il Paese ha inoculato la prima dose a oltre 2,7 milioni di persone, il 30% della popolazione, mentre più di 1,3 milioni hanno ricevuto entrambi le dosi. In questi giorni sono stati vaccinati anche i giovani da 16 anni in su e molti bambini con altre patologie, anche se non ci sono evidenze scientifiche dell’efficacia del vaccino per questa categoria.

Secondo dati di stampa, Israele ha pagato 315 milioni di dollari a Pfizer-Biontech e Moderna, assicurandosi poco più di 14 milioni di dosi. Secondo Kan news, il governo si è posto l’obiettivo di inoculare cinque milioni dei suoi 9,3 milioni di cittadini israeliani entro la fine di marzo. 

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Pfizer, che fornisce l’immunizzante che Israele sta già utilizzando per il suo programma di vaccinazioni di massa, riceverà 775 milioni di Nis (245 milioni di dollari).

La maggior parte dei vaccini utilizzati per la campagna dovrebbero provenire da Pfizer. Moderna, che ha iniziato a fornire i suoi vaccini al paese la scorsa settimana, riceverà 101 milioni di dollari. 

Netanyahu ha rivelato che Israele ha raggiunto un accordo con per 10 milioni di dosi del vaccino contro il coronavirus, inclusa una promessa di spedizioni di 400mila-700mila dosi ogni settimana.

Moderna ha promesso di fornire 6 milioni di dosi, sufficienti per vaccinare 3 milioni di persone. Israele ha ricevuto già due delle quattro spedizioni di Moderna, con circa di 1 milione di dosi. Israele non è stato il primo paese a stringere accordi con Pfizer, ma ci è riuscito dopo Stati Uniti e Corea.

Ha cominciato la sua campagna vaccinale il 20 dicembre. Il 9 era arrivata la prima consegna di 100mila dosi di vaccino Pfizer, stoccati in un centro nel deserto del Neghev in attesa dell’autorizzazione della Fda. 

Israele, inoltre, ha acquistato il vaccino anche da AstraZeneca e sta sviluppando un proprio progetto.

Il piano degli Stati Uniti – Negli Usa, il presidente Joe Biden ha annunciato un potenziamento della campagna di vaccinazione negli Stati Uniti, con l’acquisto di 200 milioni di dosi aggiuntive dei seri di Pfizer e di Moderna che dovranno essere disponibili per l’estate. 

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In questo modo, ha spiegato il presidente, alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno, ci saranno abbastanza dosi di vaccino contro il Covid-19 per inoculare 300 milioni di americani, praticamente tutta la popolazione americana.

“Preferisco avere un problema per il troppo vaccino” rimasto che non per dosi non sufficienti, ha sottolineato il presidente, spiegando che il vaccino sarà distribuito anche attraverso farmacie come anche nei centri vaccini della Federal Emergency Management Agency.

Il via libera dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) al farmaco AstraZeneca dovrebbe arrivare il 29 gennaio. L’Ue ha firmato un accordo ad agosto per 300 milioni di dosi, con un’opzione per altri 100 milioni. Bruxelles sperava che, una volta data l’approvazione, la consegna sarebbe iniziata immediatamente, con circa 80 milioni di dosi in arrivo nelle 27 nazioni entro marzo.

L’Ue ha anche ordinato 600 milioni di dosi Pfizer-BioNTech, già utilizzato. Ma la settimana scorsa l’azienda ha annunciato pesanti tagli alle forniture a causa dei lavori per aumentare la capacità del suo impianto belga. In risposta, l’Ue ha minacciato le esportazioni dei vaccini prodotti in Europa, scatenando l’ira di Londra e anche la preoccupazione del Canada.

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