Biden pronto ad abrogare il divieto ai transgender di far parte dell’esercito
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Biden pronto ad abrogare il divieto ai transgender di far parte dell’esercito

Il presidente si prepara a cancellare una norma discriminatoria voluta da Trump e contestata dalla comunità Lgbtq

Biden nello Studio Ovale
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25 Gennaio 2021 - 08.24


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Un altro segnale di cambiamento: Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe abrogare già nelle prossime ore il divieto imposto dal suo predecessore Donald Trump alle persone transgender di prestare servizio militare nel Paese.

La decisione di Trump, che è stata apertamente condannata dalla comunità LGBTQ come crudele e irrazionale, era stata annunciata per la prima volta nel luglio 2017 tramite Twitter.

Il divieto bloccava specificamente le persone a cui è stata diagnosticata una condizione nota come disforia di genere dal prestare servizio, con eccezioni limitate.

Specificava inoltre che gli individui senza tale condizione potevano servire, ma solo se lo avessero fatto in base al sesso a cui sono stati assegnati alla nascita.

La segretaria per la Stampa della Casa Bianca Jen Psaki aveva già anticipato la scorsa settimana che l’amministrazione di Biden avrebbe revocato il divieto attraverso un’azione esecutiva nei primi giorni o settimane della nuova presidenza. Secondo CBS News e altre testate Usa l’abrogazione sarebbe in arrivo oggi.

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Mentre Trump aveva sostenuto che le truppe con persone transgender nell’esercito avrebbero portato a “enormi costi medici e spaccature”, uno studio della Rand Corp del 2016 commissionato dal Dipartimento della Difesa aveva concluso che lasciare alle persone transgender la possibilità di servire apertamente il Paese avrebbe un “impatto minimo” sulla preparazione, sulla Salute e sui costi per eventuali cure.

Lo studio, ricorda la Cnn, poneva all’epoca il numero di persone transgender nell’esercito all’epoca tra 1.320 e 6.630. Lo studio Rand stimava la possibilità di 30-140 nuovi trattamenti ormonali all’anno nell’esercito, con 25-130 interventi chirurgici legati alla transizione di genere tra i membri del servizio attivo ogni anno.

Il costo poteva variare da 2,4 milioni e 8,4 milioni di dollari all’anno, un importo che avrebbe rappresentato “una percentuale estremamente piccola” della spesa sanitaria totale.

 

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