Comincia la presidenza Biden, ecco i suoi prossimi passi

Il democratico si impegnerà per rovesciare le politiche di Trump: rientro nell’accordo di Parigi, cancellare il ‘muslim ban’ e lo stop alla costruzione del muro con il Messico

Joe Biden
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21 Gennaio 2021 - 08.41


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È cominciata ieri con l’insediamento alla Casa Bianca il mandato presidenziale di Joe Biden e già si è messo al lavoro per cancellare i precedenti quattro anni.

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“Non c’è momento migliore per iniziare che l’oggi”, ha commentato con i giornalisti nello Studio Ovale il fatto di aver voluto firmare già nel primo giorno 17 “coraggiosi” ordini esecutivi, tra i quali quello che impone l’uso della mascherina in tutte le proprietà federali ed altre misure tese, ha detto, a mantenere le sue promesse fatte agli americani tra cui quella per l’eguaglianza razziale. 

“Credo che con la situazione in cui si trova la nazione non ci sia tempo da perdere, dobbiamo metterci subito al lavoro” ha detto Biden. 

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“Alcune delle azioni esecutive che firmo oggi aiuteranno il corso della crisi del Covid e a combattere i cambiamenti climatici in modi che finora non abbiamo usato”, ha detto ancora il presidente che ha definito queste azioni dei “buoni punti di partenza”. 

“Ma dobbiamo ancora fare tanta strada, queste sono azioni esecutive, ma abbiamo bisogno di leggi per molte delle cose che vogliamo fare”.

Tra i 17 provvedimenti quello per fermare il processo avviato da Trump di ritiro della dall’Oms, un’organizzazione definita “essenziale” nel contrasto alla pandemia. 

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Con un’altra misura poi si avvierà il rientro nell’accordo di Parigi, sempre rovesciando una politica di Trump. L’atto sarà depositato già oggi presso le Nazioni Unite e gli Stati Uniti ne faranno ufficialmente di nuovo parte tra un mese.

Continuando poi nelle azioni simboliche di ripudio delle politiche di Trump, un altro ordine esecutivo mette fine al cosiddetto ‘muslim ban’, controverso architrave della politica anti-immigranti dell’ex presidente repubblicano. 

La misura attualmente in vigore limita l’accesso negli Usa per motivi di sicurezza ai cittadini provenienti da Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen, oltre a quelli provenienti dal Venezuela e dalla Corea del Nord.

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Ma forse il gesto simbolicamente più importante è quello dello stop alla costruzione del muro anti-migranti al confine con il Messico con la cessazione immediata della dichiarazione di emergenza nazionale che fu usata come “pretesto” per finanziare il muro.

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