Trump, addio all'insegna della xenofobia: proroga di un anno l'emergenza al confine con il Messico

L'estremista di destra approvò lo stato d'eccezione il 15 febbraio del 2019 "per fare fronte alla sicurezza del confine e alla crisi umanitaria che minaccia gli interessi fondamentali della sicurezza nazionale".

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17 Gennaio 2021 - 15.16


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Fa danni fino in fondo: in una delle sue ultime decisioni da presidente degli Usa, Donald Trump ha annunciato la proroga dello stato di emergenza nazionale alla frontiera con il Messico, dichiarato due anni fa per contrastare l’immigrazione illegale.

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Trump approvò lo stato d’eccezione il 15 febbraio del 2019 “per fare fronte alla sicurezza del confine e alla crisi umanitaria che minaccia gli interessi fondamentali della sicurezza nazionale”.
Dato che secondo l’Amministrazione “l’attuale crisi alla frontiera sud degli Usa continua a minacciare la nostra sicurezza nazionale, oltre ad esacerbare gli effetti della pandemia di Covid-19”, il presidente uscente ha deciso di prorogare lo stato di emergenza per altri 12 mesi. “Il potere esecutivo ha adottato misure per affrontare la crisi, però servono altre azioni per affrontare la crisi umanitaria e controllare l’immigrazione illegale e il flusso di stupefacenti e di delinquenti che passa per la frontiera meridionale”, ha affermato Trump in un comunicato diffuso ieri.
Questa dichiarazione di emergenza, che Trump considera opportuna per mantenere la promessa di completare il muro di separazione con il Messico, è stata una delle più impopolari del suo mandato, al punto che ha dovuto porre il veto ad una risoluzione del Congresso, con il Senato a maggioranza repubblicana, che ne chiedeva l’eliminazione. 
La proroga dello stato di emergenza va ora al Congresso per la ratifica, a pochi dall’insediamento di Joe Biden, con un Congresso dominato dal Partito Democratico, cosa che potrebbe privare la misura di ogni effetto.

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