In Svezia il no alle restrizioni ha fallito, il premier: "Realtà brutale. dobbiamo agire"

Il primo ministro svedese Stefan Lofven ha esortato i suoi connazionali a fare tutto il possibile per combattere la pandemia di coronavirus

Il primo ministro svedese Stefan Lofven
Il primo ministro svedese Stefan Lofven
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23 Novembre 2020 - 14.36


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Hanno scelto la linea morbida lasciando tutto aperto e niente lockdown. Ma ora stanno pagando un prezzo salato.
Il primo ministro svedese, Stefan Lofven, ha invitato la popolazione a fare di più per frenare la diffusione del Covid-19 mentre le vittime nel Paese sono in aumento e i letti nei reparti di terapia intensiva si stanno riempiendo.
In un discorso trasmesso ieri sera dalla televisione nazionale, Lofven ha detto al Paese che ciò che le persone faranno ora influenzerà le celebrazioni religiose di Santa Lucia e le vacanze di Natale e determinerà chi sarà ancora vivo per tali festivita’. “Può sembrare duro, può sembrare brutale, ma è proprio cosi’. E’ dura e brutale la realtà”, ha affermato.
La Svezia ha rifiutato di imporre un lockdown ampio durante la pandemia, implementando invece restrizioni minori e facendo affidamento sulla responsabilità delle persone nell’adottare un approccio guidato dal buon senso per limitare la diffusione del coronavirus. Tuttavia, il Paese ha recentemente introdotto nuove linee guida per frenare un’ondata di infezioni, pur rimanendo fedele al suo approccio in gran parte fondato sulla volontarietà.
Le nuove linee guida presentate la scorsa settimana includono la limitazione degli incontri a otto persone, il divieto di vendita di alcolici dopo le 22h00, l’estensione del divieto di visitare strutture di assistenza agli anziani e la chiusura di palestre e musei nelle città più colpite.
“Durante l’autunno, troppi non hanno seguito consigli e raccomandazioni”, ha detto ieri Lofven, aggiungendo che “tutti devono fare di più”.
Il premier ha esortato le persone a vedere solo i conviventi della loro famiglia, mentre quelli che vivono da soli possono vedere altre due persone al massimo. Tutti dovrebbero continuare a lavorare da casa ove possibile e tutti i programmi non essenziali dovrebbero essere cancellati, ha aggiunto.
“Ci vorrà un po’ prima di superare tutto questo e fino ad allora, questa è la nuova normalità per l’intera società, per l’intera Svezia”, ha detto

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