Biden, altro che centrista: perché in Italia sarebbe un rivoluzionario
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Biden, altro che centrista: perché in Italia sarebbe un rivoluzionario

Covid, economia, istruzione, ambiente, sanità, immigrazione: su molti terreni il programma del presidente eletto è più avanzato rispetto a quello del centro-sinistra in Italia

Biden e Harris
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

11 Novembre 2020 - 13.35


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Prendetevi il tempo necessario. Ne vale la pena.. E alla fine della lettura sorgerà spontanea una domanda: Ma perché diavolo non esiste in Europa e in Italia uno straccio di sinistra o di forza progressista, o sedicente tale,  che abbia una visione strategica e una radicalità programmatica che sui grandi temi della nostra epoca – l’ambiente, l’economia, i flussi migratori, la crisi pandemica, l’istruzione – che si avvicinino almeno un po’ a quelle dei Dem americani? Altro che “moderato”, “centrista” come viene dipinto dai frequentatori abitudinari (ma non hanno altro da fare nella vita) dei salotti mediatici h24: rispetto ai politici italiani, Joe Biden è un “rivoluzionario”. Almeno nel programma.

Emergenza Covid 19

Biden ritiene che il presidente debba assumersi la responsabilità e l’onere di imporle anche a livello nazionale.  Biden vorrebbe gestire la diagnostica a livello centrale e aumentarne l’intensità. Quanto all’uscita degli Usa dall’Organizzazione mondiale della sanità minacciata da Trump, il prossimo nuovo inquilino della Casa Bianca ha già dichiarato ufficialmente che ribalterebbe la decisione di Trump il primo giorno di insediamento. E come primo atto da presidente eletto ha già formato una task force di luminari in epidemiologia, laddove il presidente giubilato aveva tacciato la comunità scientifica, inorridita dalla sua sciagurata gestione della crisi pandemica, delle peggiori nefandezze e ricoperto di insulti da “zio matto”.

Economia

Il programma di Biden è decisamente progressista. I temi centrali sono la redistribuzione del carico tributario e l’aumento delle entrate per finanziare nuove spese concentrate nei primi 4 anni (infrastrutture, sanità e assistenza, istruzione, ambiente). Il successore di Trump si pone come obiettivo la “ricostruzione della classe media”, aumentando il salario minimo a 15 dollari l’ora, garantendo il rispetto dei diritti sindacali e approvando un piano di 10 milioni di posti di lavoro nella rivoluzione verso la “clean-economy”. Vorrebbe inoltre aumentare l’aliquota delle imposte sulle aziende dal 21% al 28%. Biden sostiene che la nazione deve costruire “un’economia che premi il lavoro, non solo la ricchezza“. Il programma economico prevede un imponente investimento in infrastrutture e manutenzione da 1.300 miliardi di dollari in 10 anni per dare lavoro alla classe media, rendere l’economia degli Stati Uniti sostenibile dal punto di vista ambientale e arrivare a collegare anche le zone più rurali del paese. Ha abbracciato la proposta di una revisione della legge sulla bancarotta sponsorizzata da Elizabeth Warren. Al fine di risanare l’economia post emergenza Covid-19, Biden pensa di istituire il programma “Buy American”. L’iniziativa prevede un fondo di 700 miliardi di dollari: 400 miliardi andranno all’acquisto di prodotti americani, mentre 300 miliardi andranno alla ricerca e allo sviluppo tecnologico.

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Istruzione

Biden  ha anche fatto propria la proposta di rendere gratuito il college per i giovani di famiglie con redditi al di sotto di 125 mila dollari. .Ha proposto un programma sull’istruzione che aumenterebbe i finanziamenti per le scuole nelle aree a basso reddito e aiuterebbe anche gli insegnanti a pagare i prestiti per gli studenti. Con un piano da 2,5 miliardi di dollari, il neo presidente prevede di raddoppiare il numero di psicologi, infermieri e assistenti sociali, molto carenti nelle scuole. Inoltre, Biden ha presentato un progetto per tagliare gli obblighi di debito per i prestiti agli studenti, rinunciando a 10 mila dollari l’anno per 5 anni. Il progetto è rivolto a coloro che lavoreranno per un servizio pubblico.

Politica estera

In politica estera e migratoria Biden propone di eliminare il Travel Ban che aveva sbarrato l’ingresso ai cittadini provenienti da Paesi a maggioranza musulmana come la Siria e di eliminare le politiche di asilo messe in campo da Trump, compresa la pratica che prevede la separazione delle famiglie di migranti irregolari al confine. Biden propone inoltre una rinnovata fiducia nella NATO e un rafforzamento della cooperazione con gli alleati. Per quanto riguarda l’Iran, promette che, nel caso in cui Teheran dovesse tornare a rispettare il patto sul nucleare, gli Stati Uniti rientrerebbero nell’accordo di Parigi del 2015.

Ambiente

Secondo Biden si potrà trasformare la minaccia del riscaldamento globale in un’opportunità per rilanciare il settore energetico e dare impulso alla crescita economica. Biden mira a rendere l’America una superpotenza energetica, sfruttando il sistema degli appalti pubblici per arrivare ad alimentare la nazione interamente grazie ad energia rinnovabile e promuovere la diffusione di veicoli elettrici. La transizione partirà dagli uffici governativi. Il candidato ha intenzione di imporre limiti stringenti sulle emissioni di metano, ridurre l’inquinamento atmosferico prodotto dal settore dei trasporti assicurandosi che vengano messe in pratica e migliorate le disposizioni contenute nel Clean Air Act. Biden si è impegnato a lavorare affinché gli Stati Uniti arrivino a produrre zero emissioni nette entro il 2050 e a richiedere alle società pubbliche di rivelare i rischi per il clima e le emissioni di gas climalteranti nelle loro operazioni e catene di approvvigionamento. Biden è noto anche per essere favorevole a un potenziamento delle linee ferroviarie ad alta velocità, in modo da ridurre la dipendenza dall’automobile e dunque dal petrolio. Proteggerà aree protette che Trump ha messo in pericolo, come l’Arctic National Wildlife Refuge, un’area naturale protetta degli Stati Uniti che si trova nella zona nord-orientale dello Stato dell’Alaska.

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Armi

Sul controllo delle armi, sostiene con forza provvedimenti molto stringenti sul loro utilizzo guadagnandosi l’avversione dell’NRA, la National Rifle Association, l’organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco. Istituirebbe un programma federale di riacquisto delle armi per togliere il maggior numero di persone armate nelle strade. In passato Biden ha già fronteggiato l’NRA due volte, riuscendo nel suo intento: nel 1993 è stato promotore al Congresso del “Brady hundgun violence prevention act”, una delle più importanti leggi sul controllo delle armi che ha istituito il sistema di background checks, i controlli cui gli acquirenti vengono sottoposti per verificare che siano idonei al possesso di un’arma. Nel 1994 ha inoltre garantito, insieme alla senatrice Dianne Feinstein, l’approvazione di un divieto della durata di dieci anni sui fucili d’assalto e sui caricatori ad alta capacità.  

Sanità

Biden vuole ripartire dall’Obamacare (era vicepresidente quando fu ratificato), proponendo un forte allargamento: dare la possibilità a ogni cittadino di scegliere un’opzione di assistenza pubblica oltre che privata, aumentare il valore dei crediti d’imposta per estendere la copertura a più lavoratori e concedere alle famiglie della classe media un credito d’imposta in più per aiutarle a pagare la copertura. Come Trump, il candidato democratico si è espresso favorevolmente sulla possibilità di importare farmaci dal Canada, se venduti a prezzi inferiori rispetto agli Stati Uniti.

 Immigrazione

Un altro tema importante è quello dell’immigrazione. Per Biden, l’immigrazione è essenziale per definire l’identità degli Usa, i valori fondamentali del paese e le sue aspirazioni per il futuro. Per questo il candidato vorrebbe riprendere da dov’è stato interrotto, ripristinando una legge cancellata da Trump che permetteva di rinviare di due anni o più l’espulsione dei minori entrati negli Stati Uniti illegalmente. Biden è infatti un grande sostenitore del progetto DACA dell’amministrazione Obama. Inoltre ha dichiarato che, da Presidente, nominerà una donna afroamericana alla Corte Suprema, la prima nella storia dell’istituzione.

La questione razziale

Altro fronte incandescente, dopo l’uccisione di George Floyd: quello delle iniquità razziali, che Biden denuncia come “razzismo istituzionalizzato” in America. “Dobbiamo progredire verso l’inclusione, non l’esclusione; dobbiamo garantire un migliore accesso all’istruzione, alla salute, alle opportunità”, indica Biden. Un criterio, l’inclusione, che vale anche per gli immigrati, tanto da promettere, nei primi cento giorni, di presentare al Congresso un accesso facilitato alla cittadinanza per oltre 11 milioni di persone senza documenti, fra cui i dreamers.

La scommessa sulle energie rinnovabili

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Un altro cantiere epocale, che segna un’opposizione frontale con Trump, è la transizione verso le energie rinnovabili per frenare il riscaldamento climatico. “Una minaccia esistenziale per tutta l’umanità, che abbiamo l’obbligo morale di affrontare”, dice Biden. Per questo propone un piano da 1,7 triliardi di dollari, che dovrebbe creare 18,6 milioni di posti di lavoro e far crescere di un trilione di dollari l’economia americana.  Nella sezione dal titolo “Combattere la crisi climatica e perseguire la giustizia ambientale” si introduce immediatamente il tema delle disuguaglianze create e/o inasprite dal riscaldamento globale, trattando questioni come il razzismo di certe politiche sull’inquinamento e la creazione di posti di lavoro sindacalizzati nel settore dell’energia pulita.

Inoltre, sebbene non sia mai stato espressamente citato, secondo molti osservatori la Unity task force fa spesso implicito riferimento al Green New Deal europeo. L’idea promossa dal piano, infatti, è quella di stilare un programma per la riconversione “verde” del sistema paese, per un totale di circa 3.900 miliardi di dollari di investimenti. Il programma avrebbe ricadute immediate sulle grandi major petrolifere (il mostro nero di Sanders) e il settore del trasporto aereo.

In precedenza, le politiche climatiche di Biden si concentravano sul raggiungimento di una completa transizione energetica entro il 2050. Secondo la tabella di marcia della Unity task force, questo obiettivo è stato anticipato di 15 anni, definendo una serie di tappe intermedie: entro cinque anni, rendere tutti gli scuolabus elettrici e contribuire a realizzare retrofit per 4 milioni di edifici, sbloccando così i finanziamenti del settore privato e stabilendo standard di efficienza, tali da fare in modo che, entro il 2030, sia possibile azzerare l’impronta di carbonio di tutti i nuovi edifici.

Globalist ha fatto una sintesi di centinaia di pagine del programma dei Democratici americani. Ma basta e avanza per smantellare narrazioni basate sul sentito dire, frutto di letture abborracciate, di accostamenti arbitrari, di semplificazioni banalizzanti che tanto spazio hanno avuto sulla nostrana informazione mainstream  Certo, Il duo Biden&Harris andrà valutato alla prova dei fatti. Ma di “centrista” il loro programma non ha proprio niente. Perché la radicalità è oggi la carta vincente. E non solo in America.

 

 

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