L'ordine della Svizzera: quarantena per chi arriva dalla Liguria
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L'ordine della Svizzera: quarantena per chi arriva dalla Liguria

L'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha aggiornato l'elenco dei paesi e delle regioni a maggior rischio di coronavirus.

Coronavirus in Svizzera
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25 Settembre 2020 - 17.28


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Strano ma vero: forse per la vicinanza con la Francia: chi arriva in Svizzera dalla Liguria dovrà mettersi in quarantena per dieci giorni. Lo ha deciso l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), che oggi ha aggiornato l’elenco dei paesi e delle regioni a maggior rischio di coronavirus. Ora vi figurano anche Gran Bretagna, Portogallo, Belgio e la Liguria. In totale 59 zone sono soggette all’obbligo di quarantena.

La Confederazione ha stabilito i criteri per le zone a rischio in un’ordinanza: sono quelle dove il numero di nuove infezioni per 100.000 abitanti ha superato quota 60 negli ultimi 14 giorni.

La nuova lista entrerà in vigore lunedì 28 settembre. Chi entra in Svizzera da uno dei paesi dovrà passare dieci giorni in quarantena. Attualmente ci sono 10.148 persone in questa situazione. Nella precedente modifica, datata 11 settembre, l’Ufsp aveva classificato 55 paesi come aree a rischio. Oltre a Portogallo, Belgio e Gran Bretagna, ora sono stati aggiunti alla lista anche Danimarca, Irlanda, Islanda, Slovenia, Ungheria e Marocco. In Medio Oriente, l’Oman è di nuovo considerato un paese a rischio. L’elenco aggiornato comprende ora anche i territori della Liguria, della Bretagna e i land Alta e Bassa Austria.

In Europa l’Ufsp ha cancellato Kosovo e San Marino. Stralciati dall’elenco anche Aruba, le Isole Vergini britanniche, Gibilterra, Sint Maarten, le Isole Turks e Caicos. Per quanto riguarda gli USA è stata cancellata la precisazione “compresi Porto Rico, Isole Vergini Americane e Guam”. Dall’inizio di luglio è in vigore l’obbligo di quarantena per le persone che entrano in Svizzera da una zona a rischio di infezione. Chi proviene dalle regioni incluse nell’elenco deve presentarsi alle autorità cantonali entro due giorni, che effettuano poi controlli a campione per verificare il rispetto della misura.

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