L'ex tennista Panatta contro i negazionisti del Covid: "Sono scemi"

'Mi hanno insultato dandomi sia del comunista sia del fascista, sostenendo che sono un ‘rimasuglio dittatoriale’.

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31 Agosto 2020 - 10.26


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“Possono pure insultarmi, ma i negazionisti sono scemi. E aprire le discoteche è stato un errore”. A dirlo in un’intervista a “La Stampa” è l’ex tennista Adriano Panatta, che su Twitter si è espresso senza giri di parole contro i negazionisti del Covid in corteo a Berlino.

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“Ho visto le immagini, tante teste rasate e magliette discutibili – racconta Panatta – e ho pensato: ma questi sono scemi. Come si fa a negare l’evidenza? Ci siamo già dimenticati i camion che portavano via le bare dalle zone rosse? Mi hanno insultato dandomi sia del comunista sia del fascista, sostenendo che sono un ‘rimasuglio dittatoriale’. ‘Tornatene in Cile!’ mi hanno scritto sui social, proprio a me, ma stiamo scherzando”.

Panatta spiega che “la stessa reazione l’ho avuta guardando la gente che si ammassava in discoteca: una totale mancanza di rispetto per il prossimo”. Sul suo amico Briatore, risultato positivo al coronavirus, Panatta risponde: “Se aprono le discoteche e la maggior parte delle persone si comporta da idiota, diventa difficile. Anche Flavio non poteva fermare l’orda. Forse, diciamolo, l’orda andava proprio evitata”. Ma, conclude, “non dobbiamo diventare uno stato di polizia. Ci sono provvedimenti, come l’uso delle mascherine e il distanziamento, basterebbe rispettarli. Anche perché non mi sembra un grande sacrificio, specie rispetto a quello che abbiamo passato durante il lockdown”.

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