I vescovi brasiliani contro Bolsonaro: "Difende gli interessi dell'economia che uccide"
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I vescovi brasiliani contro Bolsonaro: "Difende gli interessi dell'economia che uccide"

I contenuti della prima riunione della Conferenza Ecclesiale Amazzonica, definita ufficialmente così dal Vaticano, creata dopo il sinodo sull’Amazzonia.

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Riccardo Cristiano Modifica articolo

8 Agosto 2020 - 15.52


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Comincia un cammino profondamente innovativo per la Chiesa cattolica nei territori amazzonici, un cammino che vede al suo vertice anche donne e rappresentanti dei popoli amazzonici. E questo cammino parte mentre dal Brasile molti vescovi si pronunciano in termini fortissimi contro il presidente Bolsonaro.

Sabato otto agosto infatti ha avuto luogo, ovviamente in maniera virtuale per via della pandemia che devasta il Brasile e tutta l’Amazzonia, la prima riunione della Conferenza Ecclesiale Amazzonica, definita ufficialmente così dal Vaticano, creata dopo il sinodo sull’Amazzonia.

Per una Chiesa ha conosciuto ben altre posizione, ora diviene prioritario riflettere sulla diversità! Questo è nei testi e nell’organigramma stesso. Una svolta da capire bene. Ecco le parole usate nell’annuncio della costituzione effettiva di questa Conferenza: “Riflette lunità nella diversità della Chiesa e la sua chiamata a una sempre maggiore sinodalità; unità espressa anche dalla preziosa presenza e dallaccompagnamento permanente da parte di importanti esponenti della Santa Sede che sperimentano una relazione diretta e una forte vicinanza con il Sinodo sullAmazzonia e con la missione della Chiesa in questo territorio. Atteggiamento che senza dubbio continueranno ad avere, accompagnando, dai loro rispettivi incarichi, questi nuovi cammini”.

Dunque la Chiesa si incammina sempre di più nell’inculturazione amazzonica, non più nell’imposizione ai popoli amazzonici di una cultura altra. 

L’organismo ecclesiale è costituito dal presidente, cardinale Claudio Hummes, dal vice presidente David Martínez de Aguirre,peruviano, dal boliviano Eugenio Coter, dai presidente delle istanze regionali ecclesiali già esistenti e dai rappresentanti dei popoli originari: Patricia Gualinga del popolo Kichwa-Sarayakú (Ecuador), suor Laura Vicuña Pereira del popolo Kariri (Brasile) e Delio Siticontzi del popolo Asháninka (Perù). Mai un organismo ecclesiale così importante aveva visto la presenza di due donne al suo interno e di tre espressioni dei popoli originari (vocabolo scelto con estrema attenzione e cura). 

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La riunione difficilmente potrà non tenere conto di quanto hanno scritto in questi giorni numerosissimi vescovi brasiliani, tra i quali spicca proprio il presidente di questa nuova Conferenza, il cardinale Hummes: “Il Brasile attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia, paragonabile a una tempesta perfetta” che, dolorosamente, deve essere attraversata. La causa di questa tempesta è la combinazione tra una crisi sanitaria senza precedenti, un crollo sconvolgente delleconomia e la tensione che si abbatte sui fondamenti della Repubblica, dovuta in gran parte al presidente della Repubblica e ad altri settori della società, che si traduce in una profonda crisi politica e di governance.” Esordio più chiaro non poteva esserci, ma non basta a riassumerlo: “Le scelte politiche che ci hanno portato fin qui e la narrativa compiacente di fronte ai soprusi del governo federale, non giustificano linerzia e lomissione nella lotta contro le piaghe che hanno colpito il popolo brasiliano.

Piaghe che si abbattono anche sulla Casa Comune, costantemente minacciata dallazione senza scrupoli di deforestatori, cercatori doro, minatori, latifondisti e altri propugnatori di uno sviluppo che disprezza i diritti umani e quelli della madre terra.” Il documento dunque si pone chiaramente nel solco del testo scritto da Papa Francesco al termine del sinodo sull’Amazzonia e prosegue su quell’indirizzo: “Tutti, persone e istituzioni, saremo giudicati per le azioni od omissioni in questo momento molto serio e ricco di provocazioni. Assistiamo sistematicamente a discorsi anti-scientifici, che cercano di naturalizzare o normalizzare il flagello dei morti di Covid-19, considerandolo come il risultato del caso o del castigo divino, al caos socioeconomico che si prospetta, con la disoccupazione e la carestia che si proiettano sui prossimi mesi e a gruppi politici che mirano a mantenere il potere ad ogni costo.”

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Dire che il governo, con le sue riforme, ha peggiorato la vita dei brasiliani a questo punto non sorprende e i vescovi lo fanno con parole dirette, senza giri di parole. E quindi esplicita la loro verità: “Lattuale sistema governativo non pone al centro la persona umana e il bene di tutti, ma la difesa intransigente degli interessi di un’«economia che uccide» (citazione di Papa Francesco), centrata sul mercato e sul lucro a qualsiasi costo. In questo modo, conviviamo con lincapacità e lincompetenza del governo federale nel coordinare le sue azioni, aggravate dal fatto che si oppone alla scienza, agli stati e ai comuni, ai poteri della Repubblica; per avvicinarsi al totalitarismo e usare espedienti riprovevoli, come il sostegno e lincoraggiamento di atti contro la democrazia, la flessibilità delle leggi sulla circolazione e luso delle armi da fuoco da parte della popolazione, e delle leggi del codice della strada e il ricorso alla pratica di azioni di comunicazione sospette come notizie false, che mobilitano una massa di seguaci radicali.”

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Oscurantismo, ignoranza, disprezzo, avversione per la libertà e l’esercizio della critica, abbassamento della qualità diplomatica e molto altro: tutto questo viene imputato a Bolsonaro che ha ridotto il suo Paese, davanti alla devastazione da Covid-19  “senza nemmeno avere un ministro titolare del Ministero della Salute”. Così la prospettiva per la popolazione deve essere esplicitata: “ La recessione che ci minaccia può provocare un numero di disoccupati superiore ai 20 milioni di brasiliani. C’è una brutale discontinuità nella destinazione delle risorse per le politiche pubbliche nel campo dellalimentazione, dellistruzione, delle abitazioni, della produzione di reddito.”

Ma considerato chi scrive l’accusa più grave è con ogni evidenza quella che segue, la manipolazione della religione. “Perfino la religione è usata per manipolare sentimenti e credenze, provocare divisioni, diffondere lodio, creare tensioni tra le Chiese e i loro leader. Va sottolineato quanto sia dannosa qualsiasi associazione tra religione e potere nello stato laico, in particolare lassociazione tra gruppi religiosi fondamentalisti e il mantenimento del potere autoritario. Come non essere indignati per luso del nome di Dio e della sua santa Parola, mescolati con discorsi e atteggiamenti pregiudiziali, che incitano allodio, anziché predicare lamore, per legittimare pratiche incompatibili con il Regno di Dio e la sua giustizia? Il momento è quello dellunità nel rispetto della pluralità!” Se questa lettera dei vescovi parla del Brasile, il riferimento al rispetto della pluralità ha una ricaduta evidente sull’Amazzonia e proprio questo costituirà un elemento di particolare interesse dell’incontro.

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