Anche la Germania, quindi, ha i suoi gilet arancioni. Rispetto alle manifestazioni italiane, però, c’è stata molta più partecipazione, ma anche più contestazione. Infatti, a Berlino ci sono state alcune contro-manifestazioni, tra cui quella dell’associazione “nonne contro la destra”. Così come nella manifestazione italiana, le forze dell’ordine hanno presentato una denuncia penale contro gli organizzatori dell’evento, cioè il gruppo “Iniziative Querdenken” – iniziativa pensiero trasversale -, fiancheggiati, secondo la Build, da gruppi neonazisti, che hanno invitato alla partecipazione.
Per i manifestanti, le misure di lockdown sono una insopportabile violazione dei diritti umani. I cori più diffusi sono stati “Corona, falso allarme”; “siamo costretti a indossare una museruola” e ”è la pandemia la più grande teoria cospirazionista”. “La nostra richiesta è di tornare alla democrazia. Via queste leggi che ci sono state imposte, via le mascherine che ci rendono schiavi”, ha detto una dimostrante alla Bbc.
I politici tedeschi hanno lanciato dure critiche contro l’evento: “A migliaia festeggiano la ‘seconda ondata’, senza mascherina, senza distanza. Mettono in pericolo i nostri successi contro la pandemia e per la ripresa economica. Irresponsabile!”, ha scritto su Twitter Saskia Esken, leader dell’Spd. Dello stesso tenore il commento di Jan Redmann della Cdu: “A Berlino si torna a manifestare contro le misure di contenimento mentre registriamo 1000 nuove infezioni al giorno. Questa pericolosa stupidaggine non ce la possiamo più permettere”.
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