Il Vaticano sgrida i parroci: "Stop ai tariffari per le messe"

La Congregazione per il Clero: "La carenza di sacerdoti potrà portare, in via “eccezionale”, a far celebrare matrimoni, battesimi e funerali anche ai laici"

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20 Luglio 2020 - 10.44


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La Messa e i sacramenti non possono comportare “un prezzo da pagare”, “una tassa da esigere”, non si può “dare l’impressione che la celebrazione dei sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia, e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari”. Lo sottolinea il Vaticano in una Istruzione in cui ridefinisce il ruolo e la configurazione delle parrocchie. Il parroco comunque è tenuto “a formare i fedeli, affinché ogni membro della comunità si senta responsabilmente e direttamente coinvolto nel sovvenire ai bisogni della Chiesa, attraverso le diverse forme di aiuto e di solidarietà”, aggiunge la Congregazione per il Clero sottolineando che “la suddetta sensibilizzazione potrà procedere tanto più efficacemente quanto più i presbiteri da parte loro offriranno esempi ‘virtuosi’ nell’uso del denaro”.

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I laici potranno celebrare funerali e battesimi per carenza di sacerdoti. La carenza di sacerdoti potrà portare, in via “eccezionale”, a far celebrare anche i laici. In particolare vale per i battesimi, i funerali, i matrimoni. “Il Vescovo, a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco”, si legge nell’Istruzione sulle parrocchie. Potranno presiedere la Liturgia della Parola, là dove non si può celebrare la Messa per mancanza di sacerdoti; ” non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia.

Inoltre, “dove mancano sacerdoti e diaconi, il Vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza Episcopale e ottenuta la licenza dalla Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni”.

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Incarichi anche ai non battezzati. Nelle parrocchie potranno collaborare con il parroco anche “i non battezzati”. Lo specifica la Congregazione per il Clero nell’Istruzione che ridisegna il ruolo e la configurazione delle parrocchie. “Oltre alla collaborazione occasionale, che ogni persona di buona volontà – anche i non battezzati – può offrire alle attività quotidiane della parrocchia, esistono alcuni incarichi stabili, in base ai quali i fedeli accolgono la responsabilità per un certo tempo di un servizio all’interno della comunità parrocchiale. Si può pensare, ad esempio – si legge nel documento del Vaticano -, ai catechisti, ai ministranti, agli educatori che operano in gruppi e associazioni, agli operatori della carità e a quelli che si dedicano ai diversi tipi di consultorio o centro di ascolto, a coloro che visitano i malati”.

Parroci anche a tempo. Un parroco deve essere un sacerdote, una persona che abbia cioè ricevuto l’ordine del presbiterato, ed è “esclusa ogni possibilità di conferire a chi ne fosse privo tale ufficio o le relative funzioni, anche nei casi di carenza di sacerdoti”. È quanto stabilisce l’Istruzione della Congregazione per il Clero che ridisegna la funzione e il ruolo delle parrocchie. Inoltre “l’ufficio di parroco non può essere affidato a un gruppo di persone, composto da chierici e laici. Di conseguenza, sono da evitare denominazioni come, team guida, équipe guida, o altre simili, che sembrino esprimere un governo collegiale della parrocchia”.

In casi eccezionali potranno avere un ruolo anche laici ma che comunque “saranno coordinati e guidati da un presbitero” delegato dal vescovo.
L’Istruzione del Vaticano apre poi anche alla possibilità di “parroci a tempo determinato” ma per almeno 5 anni. In ogni caso, anche per la modalità ordinaria, ovvero la nomina a tempo indeterminato, i parroci “devono essere disponibili per essere eventualmente trasferiti a un’altra parrocchia o a un altro ufficio, se il bene delle anime oppure la necessità o l’utilità della Chiesa lo richiedono”.

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Parrocchie evitino sclerosi: più attenzione per i poveri. Evitare che la parrocchia divenga “autoreferenziale” e si “sclerotizzi”. Serve uno slancio “missionario” ed una attenzione particolare ai poveri. Sono le indicazioni della Congregazione per il Clero. “Se non vive del dinamismo spirituale proprio dell’evangelizzazione, la parrocchia – avverte il Vaticano – corre il rischio di divenire autoreferenziale e di sclerotizzarsi, proponendo esperienze ormai prive di sapore evangelico e di mordente missionario, magari destinate solo a piccoli gruppi”. “Un dinamismo missionario, oltre a essere elemento intrinseco dell’azione pastorale, diventa criterio di verifica della sua autenticità”.

Quindi la missione speciale è rivolta soprattutto agli emarginati. “Molto spesso la comunità parrocchiale è il primo luogo di incontro umano e personale – ricorda l’Istruzione diffusa dal Vaticano – dei poveri con il volto della Chiesa. In particolare, saranno i sacerdoti, i diaconi e i consacrati a muoversi a compassione per la ‘carne ferita’ dei fratelli, a visitarli nella malattia, a sostenere persone e famiglie senza lavoro, ad aprire la porta a quanti sono nel bisogno. Con lo sguardo rivolto agli ultimi, la comunità parrocchiale evangelizza e si lascia evangelizzare dai poveri”.

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