L'ambasciatore turco a Roma difende il suo capo Erdogan: "Su Santa Sofia decisione sovrana"
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L'ambasciatore turco a Roma difende il suo capo Erdogan: "Su Santa Sofia decisione sovrana"

Lo ha detto l’ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli, incontrando i giornalisti nella sede diplomatica di via Palestro.

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14 Luglio 2020 - 10.22


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Su Santa Sofia la Turchia ha preso una “decisione sovrana” che si fonda su “basi legali”. Lo ha detto l’ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli, incontrando i giornalisti nella sede diplomatica di via Palestro. “E’ al governo della Turchia che spetta decidere la sua destinazione”, ha affermato il diplomatico, ricordando come il sito sia rimasto moschea fino al 1931 e come sul piano legale l’edificio era proprietà di una Wafq, ossia “una fondazione” che ne aveva la proprietà e che era legata al sultano Mehmet che la utilizzava come moschea. In un secondo momento il governo turco ha preso il controllo della fondazione ed è diventato il custode della moschea. Confermato, inoltre, il valore culturale dell’edificio storico, che come ha ricordato l’ambasciatore resta un sito patrimonio dell’Unesco.

L’ambasciatore ha poi aggiunto che Santa Sofia è aperta allo stesso modo ai musulmani e ai cristiani. “In Turchia ognuno è libero di professare la propria fede”, ha affermato il diplomatico, ricordando come solo a Istanbul esistano “89 chiese e 21 sinagoghe”.

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E rispetto alla riconversione di Santa Sofia in moschea ha detto che “non importa se sei musulmano, cristiano o ebreo, tutti possono andare in moschea, come ha ricordato il presidente Recep Tayyip Erdogan”.

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