Erdogan, il sovranista islamico, rivendica Santa Sofia moschea: "È un nostro diritto"
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Erdogan, il sovranista islamico, rivendica Santa Sofia moschea: "È un nostro diritto"

Il presidente turco ha respinto le condanne internazionali: "Coloro che non reagiscono contro l'islamofobia nei loro Paesi stanno attaccando la volontà della Turchia di usare i suoi diritti sovrani"

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11 Luglio 2020 - 20.26


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Una rivendicazione a tutto tondo della sua linea sovranista e delle sue continue violazioni della legalità internazionale.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha respinto le condanne internazionali della conversione della Basilica di Santa Sofia a Istanbul in una moschea, sostenendo che si tratta di “diritti sovrani” del suo Paese.
“Coloro che non reagiscono contro l’islamofobia nei loro Paesi stanno attaccando la volontà della Turchia di usare i suoi diritti sovrani”, ha detto Erdogan durante una cerimonia in videoconferenza. “Abbiamo preso questa decisione non in relazione a ciò che dicono gli altri, ma in relazione ai nostri diritti, come abbiamo fatto in Siria, in Libia e altrove”, ha aggiunto.
Diversi Paesi, in particolare Russia e Grecia, che seguono da vicino il destino dell’eredità bizantina in Turchia, così come Stati Uniti e Francia, avevano in particolare messo in guardia Ankara contro la trasformazione di Santa Sofia in un luogo di culto musulmano, misura per la quale Erdogan militava da anni.
Da quando Erdogan è salito al potere nel 2003, le attività legate all’Islam si sono moltiplicate all’interno di Santa Sophia, con sessioni di lettura del Corano o preghiere collettive sulla piazza di fronte al monumento.
Oggi, la basilica era chiusa. La polizia ha installato delle barriere intorno al monumento.

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