Il Pakistan devastato dalla miseria e dal Covid, vittima del mercato nero del plasma

La sanità è al collasso e chi può si affida ai trafficanti di sangue: fino a 3.300 euro per una "donazione" da pazienti guariti.

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24 Giugno 2020 - 11.27


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In Pakistan, uno dei Paesi con il tasso d’infezione più alto al mondo, sta emergendo un pericoloso mercato nero del sangue di pazienti guariti dal coronavirus. Lo riporta il Guardian, sulla base di segnalazioni di medici e osservatori pakistani. Il traffico del plasma prolifera in un contesto drammatico, dove la sanità è al collasso, medici e infermieri continuano a morire e i contagi crescono a un ritmo ingestibile. Chi può permetterselo, è disposto a pagare oltre 3.500 euro per il plasma di un convalescente, affidandosi a loschi intermediari per la transazione.

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Le terapie basate sul plasma di chi ha sviluppato anticorpi dopo aver contratto il virus sono in corso di sperimentazione in tutto il mondo, ma si tratta di un approccio che richiede protocolli sanitari definiti e tracciabili. Cosa che non succede negli ospedali governativi di Islamabad, dove alcuni medici hanno raccontato di aver assistito a diverse transazioni tra pazienti e intermediari. Lo stesso quotidiano britannico afferma di aver visionato più messaggio di testo in cui le parti, in varie parti del Paese, si accordavano sul prezzo di una sacca di sangue.

Gli ospedali non sono coinvolti ma ho visto accadere gli scambi davanti a me”, ha detto un medico in un ospedale governativo di Islamabad, che ha chiesto di rimanere anonimo. “Di solito gli assistenti o la famiglia di un paziente si avvicinano a qualcuno che si è ripreso, chiedendo loro di donare il sangue. Quando un certo importo viene concordato come pagamento, di solito tra 200.000 e 800.000 rupie, vanno in un laboratorio privato ed estraggono il plasma, che viene poi ‘donato’ ai pazienti ”. “Conosco una famiglia di cinque persone che è diventata positiva al Covid-19 e ha speso 3,5 milioni di rupie per il plasma sul mercato nero. Credono che sia una cura miracolosa”.

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Fonti dell’agenzia investigativa federale hanno confermato al Guardian di essere a conoscenza delle vendite non regolamentate del plasma sul mercato nero, ma che spetta alla polizia indagare sui singoli casi.

La situazione, intanto, negli ospedali di Islamabad si fa sempre più grave. Secondo le testimonianze di alcuni medici, in molti casi mancano persino i farmaci salvavita, per non parlare delle bombole di ossigeno: molte sono state rubate e ora vengono vendute a 25 volte il prezzo reale sul mercato nero.

Attualmente il Pakistan ha uno dei tassi di infezione più veloci al mondo, con 185.000 casi confermati e oltre 5.000 nuove infezioni al giorno. Il ministro della pianificazione, Asad Umar, ha affermato che i casi potrebbero moltiplicarsi di otto volte entro la fine di luglio e raggiungere 1,2 milioni.

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Le misure di lockdown sono state revocate il 18 maggio dalla Corte suprema, secondo cui in Pakistan non è in corso una pandemia ed è esagerato che la lotta al virus “inghiotta così tanti soldi”.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha più volte scritto il governo per chiedere di reintrodurre il lockdown, visto l’andamento dei contagi. Per ora sono stati imposti solo blocchi temporanei nella capitale, Islamabad, così come a Lahore e Peshawar, ma solo per alcuni giorni, a causa dei timori per il possibile impatto sull’economia già quasi collassata. Nel frattempo, però, è il mercato nero di plasma e ossigeno a inquietare di più.

 
 
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