Armi all'Egitto, Palazzotto critica il governo: "Si pregiudica la verità e la giustizia su Regeni"
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Armi all'Egitto, Palazzotto critica il governo: "Si pregiudica la verità e la giustizia su Regeni"

Il presidente della Commissione di inchiesta sulla morte di Regeni: "Abbiamo deciso, in accordo con gli altri componenti, di chiedere a Conte di spiegare le ragioni di una scelta di tale rilevanza.

Erasmo Palazzotto
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9 Giugno 2020 - 20.24


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Ha ragione da vendere e il governo si è piegato agli affari mettendo sotto i tacchi verità e giustizia.
“Il compito della Commissione che ho l’onore di presiedere è quello di ricostruire le circostanze e la cause della tragica morte di Giulio Regeni, e di indagare su qualsiasi atto o omissione abbia ostacolato o ostacoli la ricerca di verità e di giustizia. La scelta del Governo italiano di autorizzare un’imponente vendita di armamenti, a partire dalla cessione di due navi militari cui seguiranno in totale circa 9 miliardi di commesse, rappresenta più di una normalizzazione dei rapporti bilaterali tra Italia ed Egitto”.
Lo afferma su Fb il presidente della Commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, Erasmo Palazzotto parlando di “una scelta, questa, che rischia di pregiudicare la ricerca di verità e giustizia inviando il messaggio sbagliato, ovvero che la morte di Giulio Regeni appartiene al passato”.
“È per questo – prosegue Palazzotto – che oggi abbiamo deciso, in accordo con i componenti della Commissione, di chiedere al presidente Conte di spiegare le ragioni di una scelta di tale rilevanza. Lo Stato ha il compito di proteggere i propri cittadini e di tutelare il legittimo diritto della famiglia Regeni di ottenere giustizia per la morte del figlio”.
“L’affermazione di tale principio riguarda il sistema di valori su cui si fonda la nostra Repubblica, e non c’è alcun interesse economico che possa metterli in discussione”, osserva il presidente della Commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, Erasmo Palazzotto.
“Fino a quando sarò presidente di questa Commissione lavoreremo senza fare sconti a nessuno, per cercare e trovare la verità – conclude – Non lo dobbiamo solo alla famiglia Regeni, a cui va il mio ringraziamento per la dignità e la forza con cui continuano a condurre una battaglia di civiltà, ma ad ognuno di noi. Perché Giulio era questo: uno di noi”.

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