La Nobel Jody Williams accusa Trump: "È il Pinochet d'America"
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La Nobel Jody Williams accusa Trump: "È il Pinochet d'America"

La fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo (International Campaign to Ban Landmines) non usa mezzi termini: "È pericoloso per la democrazia"

Jody Williams, fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo
Jody Williams, fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

2 Giugno 2020 - 15.23


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Vuole trasformare una rivolta che si estende a macchia olio, in un problema di sicurezza nazionale. Minaccia di far intervenire l’esercito, contro il Nemico interno. Uno sceriffo alla Casa Bianca. Un presidente piromane che rischia di far esplodere la polveriera americana. Già in passato, vedi George W .Bush, presidenti in calo di consensi, hanno cercato di risalire la china, trasformandosi in Commander in chief, scatenando guerre che poi si sono rivelate disastrose (Iraq in primis), per ciò che hanno lasciato sul terreno: Stati falliti, Paesi in macerie, popoli ridotti a moltitudini di profughi, l’affermarsi del terrorismo qaedista e Isis. Ora Trump ci riprova con il Nemico interno: l’America che chiede giustizia per George Floyd, l’afroamericano soffocato a morte a Minneapolis da quattro poliziotti bianchi.

La rivolta si radicalizza e s’insanguina.  Due persone morte a Chicago, quattro agenti feriti a St. Louis, uno a Las Vegas e un altro a New York, investito da un’auto mentre fermava un tentativo di rapina a un banco dei pegni. È ricoverato in gravi condizioni. Nella metropoli sono oltre duecento le persone arrestate, dopo una notte di saccheggi e atti vandalici da Manhattan al Village. Le porte dell’iconico grande magazzino Macy’s sulla 34esima sono state sfondate e il Nike store saccheggiato da decine di persone che a piene mani hanno fatto razzia di vestiti e scarpe. Spaccate diverse vetrine in zona Rockfeller Center, incluse quelle della multinazionale At&T. A nulla è valso il coprifuoco imposto dal sindaco Bill de Blasio per frenare le proteste arrivate anche nel cuore di New York dopo l’omicidio di George Floyd

Lo sceriffo Donald

Altro che garante di legalità e giustizia. The Donald getta benzina sul fuoco, provoca i manifestanti, fomenta la violenza, chiama a raccolta i suoi “miliziani” più attivi: i suprematisti bianchi e gli evangelici.  Trump si dichiara “un presidente “legge e ordine” e definisce “una disgrazia” le proteste per la morte di George Floyd: “Negli ultimi giorni – ha proseguito – la nostra nazione è stata tenuta nella morsa di anarchici professionisti, boss violenti, persone incendiarie, saccheggiatori, criminali, rivoltosi, antifa e altri”. La nazione, ha concluso Trump, ha bisogno “di sicurezza e non di anarchia”. “Mobilizzerò tutte le risorse federali e locali, civili e militari, per proteggere i cittadini rispettosi della legge”, ha avvertito il presidente, e “se una città si rifiuterà di agire come è necessario per difendere i cittadini e le proprietà dei suoi residenti, dispiegherò l’esercito degli Stati Uniti e risolverò velocemente il problema per loro”. 

Parole che hanno incendiato il dibattito politico: Joe Biden, ex vicepresidente e avversario democratico di Trump alle prossime elezioni ha accusato il presidente di voler usare l’esercito americano contro il popolo americano. E’ inaccettabile che la polizia aumenti la violenza nella manifestazioni” di protesta contro la morte di George Floyd – ha affermato Biden – Le ultime parole pronunciate da Floyd prima di morire, ‘I can’t breathe’, sono un campanello d’allarme per il nostro Paese e per tutti noi”, ha aggiunto, mentre i governatori democratici si sono scagliati contro quella che vedono come un’inaccettabile interferenza del potere federale su quello dei singoli Stati: “Rifiuto l’idea che il governo federale possa mandare truppe nello Stato dell’Illinois”, ha detto per primo il governatore J.B. Pritzker, parlando alla Cnn, seguito poi da diversi colleghi.

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Come non bastasse, Trump ha preso di mira quelli che, a suo dire,  sono i veri registi della rivolta: “Altro che gruppi della supremazia bianca: questa è opera degli Antifa che noi dichiareremo organizzazioni terroriste”. Un termine, terrorista, che The Donald non ha mai utilizzato nei confronti dei suprematisti bianchi, un terrorismo che dal 2002 ha provocato morti americani tre volte di più (Torre Gemelle incluse) del terrorismo jihadista.

The Donald è incontenibile. “Lunedì è stata una giornata negativa per i fratelli Cuomo. New York ha perso di fronte ai saccheggiatori, alla sinistra radicale e a tutte le altre forme di feccia”. Scrive su Twitter Trump, riferendosi a Andrew Cuomo, governatore di New York, e a suo fratello Chris, giornalista della Cnn. “Il governatore ha rifiutato la Guardia nazionale e la città di New York è stata fatta a pezzi”, ha aggiunto.   

Mentre Donald Trump parlava in sottofondo si sentivano gli scoppi per il lancio di lacrimogeni da parte della polizia contro la folla di manifestanti. Ma il lancio di lacrimogeni da parte della polizia e le cariche a cavallo contro la folla che stava protestando pacificamente erano cominciate già mezzora dallo scattare del coprifuoco per far allontanare le persone in attesa del discorso di Trump  L’Insurrection Act attribuisce al presidente degli Stati Uniti il potere, in casi eccezionali, di mobilitare l’esercito federale e la Guardia Nazionale per compiti di polizia. Si tratta di una misura firmata da Thomas Jefferson e invocata l’ultima volta nel 1992, per sedare le proteste a Los Angeles dopo l’assoluzione degli agenti che picchiarono a morte l’afroamericano Rodney King. In generale il ‘Posse Comitatus Act’ del 1878 vieta l’utilizzo sul suolo americano dell’esercito con funzioni di polizia.

Dopo l’intervento all’insegna di “legge e ordine” nel giardino delle Rose della Casa Bianca, Trump  è andato a piedi nella vicina St. John Episcopal church, danneggiata durante le proteste per la morte di George Floyd. Trump si è fatto poi riprendere con la Bibbia in mano.  Per consentire al presidente di arrivare alla chiesa in sicurezza, la polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti che stavano protestando pacificamente. La vescova  di Washington, Mariann Edgar Budde, si è detta “indignata” dalla messa in scena del presidente americano che davanti la St. John Episcopal church, ha ostentato una bibbia per rafforzare il suo messaggio contro le proteste: “Il nostro messaggio è antitetico a quello del presidente”, ha detto la Budde, denunciando le cariche della polizia effettuare su manifestanti pacifici solo per liberare lo spazio antistante la chiesa.  Budde ha anche fatto notare che Trump non ha pregato davanti alla chiesa e non ha citato né George Floyd né gli abusi subiti in generale dagli afroamericani da parte delle forze dell’ordine. Su Twitter la sindaca di Washington, Muriel Bowser, ha scritto che la polizia federale ha disperso la folla che manifestava pacificamente “ben 25 minuti prima dell’inizio del coprifuoco e senza che ci fossero state provocazioni» e ha detto che questa scelta renderà più difficile il lavoro dei poliziotti cittadini, commentandola con un: “Vergognoso!”.

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Sempre a Washington un elicottero militare ha compiuto una manovra spesso condotta nelle zone di guerra contro rivoltosi, scendendo al livello dei tetti delle abitazioni e sollevando polvere, terra, detriti e spezzando rami degli alberi che hanno quasi colpito i manifestanti.  

Bachelet accusa, Bruxelles pure

L’impatto sproporzionato della pandemia di coronavirus sulle minoranze etniche negli Stati Uniti e le proteste scatenate dalla morte di George Floyd hanno messo in luce “disuguaglianze endemiche” che devono essere affrontate. Lo afferma l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet. “Questo virus sta rivelando disuguaglianze endemiche che sono state troppo a lungo ignorate”, si legge in una nota. “Negli Stati Uniti – aggiunge Bachelet – le proteste innescate dall’uccisione di George Floyd stanno mettendo in luce non solo la violenza della polizia contro le persone di colore, ma anche le disparità in termini di salute, istruzione, occupazione e discriminazione razziale endemica”. 

“Siamo scioccati per la morte di George Floyd. Tutte le società devono rimanere vigili contro gli eccessi dell’uso della forza e fare in modo che questi incidenti vengano affrontati in modo rapido e efficace e nel pieno rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani”, afferma l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, durante una conferenza stampa. L’uccisione di Floyd “è un abuso di potere e deve essere combattuto negli Usa e altrove”, ha spiegato Borrell.”Sosteniamo il diritto di protestare in modo pacifico e condanniamo la violenza e il razzismo di ogni tipo”, ha aggiunto l’Alto rappresentante: l’Ue lancia anche un “appello a una de-escalation della tensione” e esprimere la sua “fiducia che gli americani saranno in grado di unirsi e riconciliarsi come nazione”, ha detto Borrell. Per l’Ue “tutte le vite contano. Anche le vite nere contano”, ha concluso “Mr Pesc”.

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La denuncia della Nobel per la pace

“Trump sta fomentando la violenza a fini elettorali. E’ un pericolo per la democrazia, un presidente che si comporta come i suoi amici autocrati, Putin ed Erdogan – dice in esclusiva a Globalist Jody Williams, fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo (International Campaign to Ban Landmines), insignita del Premio Nobel per la pace nel 1997 -. Ora minaccia di utilizzare l’esercito, come fosse il Pinochet d’America. Non bisogna cadere nella sua trappola: violenze e saccheggi fanno solo il suo gioco. La rivolta deve essere di massa e non violenta. Così Trump può essere battuto nelle piazze e, il nove novembre, con il voto. Trump ha dato spazio e legittimazione alle componenti più retrive e pericolose della società americana. Con lui alla Casa Bianca i suprematisti bianchi si sono sentiti legittimati a portare avanti, e non solo a parole, le loro campagne di odio e di violenza contro le minoranze, contro le donne, i gay. Trump ha vinto le elezioni con lo slogan ‘America first”, e in questa idea di America, bianca, suprematista, l’inclusione è bandita. Trump è davvero capace di tutto, e lo ha ampiamente dimostrato nei suoi anni alla Casa Bianca, contro gli immigrati, contro le donne. Ha cancellato i finanziamenti del governo federale a tutte le organizzazioni che praticano o fanno informazione sulle interruzioni di gravidanza nel mondo, ha smantellato l’”Obamacare” lasciando così venti milioni di persone senza sanità pubblica, con le conseguenze disastrose che stiamo vivendo nell’affrontare la crisi pandemica: pur di non assumersi le sue responsabilità, Trump si è prima inventato ridicole soluzioni ‘mediche’ e poi, visto  la figuraccia fatta, ha provato con la storia del virus generato in un laboratorio cinese.  Tutti sono colpevoli, tranne lui”.

Le donne sono state protagoniste del movimento anti-Trump. “Le donne – annota in proposito la Nobel americana  – hanno compreso sulla propria pelle che ogni atto di Trump, in ogni ambito della sfera pubblica e sociale, ha una impronta sessista. L’ideologia che ispira Trump è quella dei suprematisti bianchi, coloro che considerano non solo gli afroamericani ma anche le donne come razza inferiore. Sessismo e razzismo si tengono assieme. Le donne subiscono questa oppressione come lavoratrici, come madri, in ogni ambito del loro essere. Stiamo lottando per dei diritti che si ritenevano ormai consolidati ma che Trump ha smantellato, giorno dopo giorno”.

 

 

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