Un urlo squarcia le città degli Stati Uniti: "I can't breathe" ricordando George Floyd
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Un urlo squarcia le città degli Stati Uniti: "I can't breathe" ricordando George Floyd

Migliaia di manifestazioni spontanee nel paese per chiedere giustizia. Mentre il consigliere di Trump difende la polizia: "Solo poche mele marce sono razziste"

Proteste negli Stati Uniti
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31 Maggio 2020 - 16.07


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UNa scena incredibile che mostra la rabbia di una intera nazione unità contro le discriminazioni e lingiustizia.

Così in tante città americane i manifestanti si sono stradiati a terra urlando ‘I can’t breath’ come George Floyd
Le giustificazioni del consigliere di Trump
Basterebbe vedere i dati e capire che non dice il vero: negli Stati Uniti più si è poveri e meno si è bianchi che le discriminazioni aumentano.

Il consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, Robert O’Brien, ha negato che nelle forze di polizia americana esista un problema sistemico di razzismo, sostenendo che si tratti di “poche mele marce”.

In un’intervista alla Cnn, O’Brien ha affermato: “Non penso ci sia un razzismo sistemico. Credo che il 99,9% dei nostri agenti siano grandi americani, e molti di loro sono afroamericani, ispanici, asiatici: lavorano nei quartieri più duri, fanno il lavoro più difficile in questo Paese e credo che loro siano fantastici, grandi americani”.

O’Brien ha aggiunto che ci sono “alcune mele marce”, e che “non ci sono dubbi che ci siano alcuni poliziotti razzisti, ma credo che siano la minoranza, credo siano poche mele marce che dobbiamo eliminare”.

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