L'Oms cauto sulla Fase 2: "Serve un approccio graduale per evitare una ripresa dell'epidemia"
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L'Oms cauto sulla Fase 2: "Serve un approccio graduale per evitare una ripresa dell'epidemia"

Richard Pebody, capo della Gestione dei rischi infettivi dell'ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità: "Rafforzare la propria forza lavoro in ambito sanitario"

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9 Aprile 2020 - 17.53


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Quella di passare alla fase 2, riaprendo progressivamente le attività industriali e commerciali, “è una decisione che devono prendere le autorità sanitarie pubbliche nazionali e locali. Devono prendere queste decisioni in base a ciò che vedono sul campo. Ogni contesto è diverso e ogni governo deve tracciare un approccio calibrato e graduale verso una situazione più normalizzata, osservando l’epidemiologia della malattia, la capacità della sanità pubblica di sopprimere l’infezione, il potenziamento della comunità per continuare le misure di prevenzione delle infezioni personali e capacità del sistema sanitario di far fronte se la malattia dovesse riprendersi”.
Lo afferma Richard Pebody, capo della Gestione dei rischi infettivi dell’ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
“Ad ogni passaggio – fa notare – i governi devono attendere e verificare i dati, prima di passare alla fase successiva. Qualunque sia l’attuale stato di trasmissione e strategia di un Paese, l’Oms chiede a tutti gli Stati di rafforzare la propria forza lavoro in ambito sanitario, di implementare una serie completa di misure precoci di sanità pubblica che includano il costantemente isolamento dei casi, i test, la ricerca dei contatti, la quarantena, il coordinamento fra le istituzioni e la comunicazione costante alla comunità per raggiungere un consenso collettivo nei confronti di misure attuali e possibili, nel futuro”.

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