La Germania non abbandona il rigorismo: nessuna nuova misura, basta il Mes
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La Germania non abbandona il rigorismo: nessuna nuova misura, basta il Mes

Il governo tedesco insiste che il meccanismo europeo di stabilità dispone di "strumenti" adeguati per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia.

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30 Marzo 2020 - 14.42


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Dennis Kolberg, portavoce del Ministero delle Finanze tedesco, riporta l’intransigenza del governo di Berlino: assolutamente niente eurobond, c’è già il Mes e non si intende pensare a ulteriori aperture o strumenti economici per fronteggiare la crisi generata dall’epidemia di Coronavirus. 
Il governo tedesco insiste che il meccanismo europeo di stabilità (Mes), il fondo di salvataggio della zona euro, dispone di “strumenti” adeguati per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia. “Ha gli strumenti con cui possiamo lavorare”, ha osservato il portavoce dell’esecutivo, Steffen Seibert, a chi gli chiedeva se Berlino stia considerando la fattibilità di altri meccanismi come il ricorso ai cosiddetti ‘coronabond’, richiesti da nove Paesi dell’Unione europea (oltre all’Italia, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo, Irlanda, Grecia, Slovenia e Lussemburgo). E sottolineando che la solidarietà del governo di Berlino si manifesta “in altri modi”, ha citato il contributo dell’esercito tedesco al trasferimento di pazienti Covid-19 dall’Italia e dalla Francia a strutture sanitarie tedesche dall’Italia e dalla Francia. Seibert ha ribadito che le conclusioni del Consiglio europeo, tenute via video tra i leader dell’UE la scorsa settimana, hanno affidato ai ministri delle finanze il compito di decidere come attivare gli strumenti del Mes. “Il lavoro dei ministri sta andando molto bene”, assicurato Seibert, commentando le possibilità che il dibattito sui ‘coronabond’ continuerà nelle prossime settimane o mesi.
La situazione in Germania 
La Germania potrebbe subire un crollo del Pil fino a -5,4% quest’anno per le conseguenze del coronavirus. È la stima indicata dall’Svr, il Consiglio dei consulenti economici del governo tedesco. In un rapporto speciale consegnato il 23 marzo, secondo l’emittente radiofonica Deutsche Welle, il panel di economisti sottolinea che “essendo il paese in una situazione di blocco virtuale sarà inevitabile una recessione nel primo semestre dell’anno”.
Il gruppo di esperti ha esaminato “le potenziali ricadute economiche della pandemia sulla base di diversi scenari. Nel modello di base, prevedono che il Pil della Germania diminuirà del 2,8% quest’anno, se il lockdown terminasse abbastanza presto, il che significa che la situazione economica potrebbe normalizzarsi durante l’estate”. Nello scenario peggiore, invece, l’economia potrebbe contrarsi fino a -5,4%, se il paese dovesse affrontare “una curva di recessione più a forma di V”, con blocchi della produzione molto più lunghi e diffusi.
Achim Trueger, componente dell’Svr, ha esortato Berlino a coordinarsi con i governi degli altri Stati europei e ad andare oltre nelle misure sanitarie ed economiche per gettare le basi per la ripresa dell’economia tedesca, altamente interconnessa. Per Trueger, “non sarebbe molto positivo se un paese, si spera la Germania, attraversasse la crisi relativamente bene ma intorno a noi la crisi non fosse ancora finita, e quindi non saremmo in grado di aumentare la produzione”.

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